Pagina:Vasco - Della moneta, 1788.djvu/28

24

no dell’accresciuta copia del denaro circolante1.

Le leggi hanno tentato d’impedire questi disordini prescrivendo un numerario costante ed inalterabile a tutte le monete. Ma per impedire la naturale tendenza che hanno all’accrescimento i valori numerarj, ci vuole una severissima vigilanza perchè siano rigorosamente osservate le tariffe, onde nascono nuove specie di delitti puniti con gravi pene e prodotti dalla sola legge, inconveniente contro cui declamano oggimai tutti gli Scrittori politici, e i buoni partigiani dell’umanità. Malgrado tutte le diligenze delle leggi, molte volte l’urto fisico della natura le ha rovesciate, ed hanno ottenuto le monete un valore numerario abusivo maggiore di quel di tariffa. Di più i numerarj di tariffa rare volte sono corrispondenti ai valori reali, e quando lo siano, l’incostanza di


que-

  1. Pensa il chiarissimo Autore delle Monete, e della Istituzione delle Zecche d’Italia, che l’accrescimento della quantità metallica cagionato dalla scoperta dell’America non sia giunto in Italia, e nemmeno in Francia, anzi vi siano scemati i metalli, e che per conseguenza i generi rappresentino presentemente una minor quantità di metallo in queste Nazioni, che non rappresentavano nel Secolo XV. Adduce l’Autore delle bellissime ragioni per appoggiare questo suo pensiero. Ma siccome non iscrivo io per alcuna Nazione in particolare, ma per tutte, sarebbe cosa straniera al mio argomento, se volessi qui esaminare questa non men curiosa che interessante controversia.