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pracarico di spesa, per cui mi risulta la perdita della zecca estimabile ad per 100 del valore legale di ciascuna moneta.

Mi si opporrà forse che le zecche di Firenze e di Venezia riscuotono sicuramente un diritto nel coniare i loro zecchini. Ascende questo diritto, secondo i calcoli di Pompeo Neri appoggiati ai più sicuri riscontri, a circa 1. per 1001. Accorrono sempre mercatanti a queste zecche per far convertire l’oro in zecchini, e sono contenti di ricevere 1. per 100 meno in peso d’oro di quello che hanno consegnato. Questo profitto è diviso in due parti; d’esso si pigliano a titolo di cementazione, gli altri a titolo di spese, che tutte, compresi i consumi e i pericoli, sono a carico dello zecchiere. Quanto alla cementazione, per cui mezzo si affina l’oro alla perfetta purezza di 24 caratti, non è meraviglia che il commercio paghi alla zecca un’opera che rende l’oro atto a molti usi fabrili, a cui prima


  1. V. la citata opera di Neri cap. 3 n. 27 e segg., e la memoria posta al n. XX.