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un sull’altro d’un quarto di grano ciascuno. Ma a misura che crebbe la perizia negli assaggj, la perfezione delle bilancie, e la diligenza dei pesatori, l’interesse degli zecchieri gli ha messi in istato di gioire interamente dei rimedj concessi. Avvenne quindi ch’ebbero il medesimo prezzo legale i luigi di giusto peso, ed i leggermente calanti, quelli ch’erano al titolo di 22 caratti, e quelli di 21. . Nasce quindi una difficoltà grandissima a fissare la proporzione legale dei due metalli nobili dal valore assegnato nelle tariffe.

Questi rimedj hanno alcuna volta somministrato una lusinga alle Finanze di procacciarsi un lucro sulle monete nelle momentanee urgenze; si è dato ordine di tollerare in pro de’ zecchieri un rimedio maggiore, e si sono fabbricate monete di titolo e peso inferiore senza cambiare la determinazione del prezzo.

Oltre ciò hanno determinato i Principi il prezzo, a cui esibivano di comprare le paste d’oro e d’argento, ma questo non corrispondeva a quello, a cui spendevano l’oro e l’argento monetato. Sembrava assai giusto di farsi pagare le spese di fabbricazione (il che vien compreso sotto nome del diritto di brassaggio),