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ma delle monete di puro rame si passerà subito a quelle di puro argento. Conosciuto che sia il rapporto corrente nel proprio paese tra il valore delle paste di rame e quelle d’argento, si calcolerà la spesa che ci vuole a coniar monete di rame, e quella che richiedono le monete d’argento: unita la spesa della monetazione al valor del metallo sì nel rame che nell’argento, si paragoneranno insieme ambe le somme, e risulterà in qual rapporto debbano essere le monete d’argento a quelle di rame. Secondo questo rapporto si farà una lira d’argento, che sia di valore eguale a dieci soldi di rame. Si faranno delle mezze lire, dei quarti di lire in argento, che abbiano esattamente la metà o il quarto del peso della lira. Un pezzo d’argento che sia di peso eguale a dieci lire si chiamerà scudo, e si faranno a piacimento dei mezzi scudi, dei quarti ec. di peso proporzionale. Tutte le monete d’argento saranno elegantemente coniate e contornate, colla sola avvertenza che non sia tanto rilevato l’impronto a potersi troppo facilmente rodere e consumare. L’argento adoperato per le monete sarà, o perfettamente puro, o tanto fino almeno quanto il suol essere nei più fini artefatti. Volendosi fabbricare anche monete d’oro, si riconoscerà in primo luogo il rapporto corrente nel


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