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CAP. XXIV.

Conclusione.


A

Nalizzando la natura della moneta, i di lei valori in commercio, e le operazioni politiche solite a farsi pel regolamento della medesima, ho ricavato, che il valor vero della moneta non è altro che un rapporto ai generi, con cui si cambia, ossia che la moneta vale precisamente tutto ciò che si suole esibire in commercio per acquistarla; che per conseguenza il valor vero della moneta è necessariamente variabile ed incostante; che i valori detti numerarj non sono che pure denominazioni, inutili ogni qual volta corrispondono esattamente ai valori veri, e perniziose quando non corrispondono; che meglio sarebbero regolate le finanze e i contratti tutti de’ Cittadini in monete effettive, che in valori numerarj; che tutte le leggi dirette a prescrivere i valori delle monete, ad impedire l’introduzione di monete forastiere, a togliere dal commercio le monete calanti, a ristringere in somma in qualunque modo la libertà del commercio delle monete; che tali leggi, dissi, sono pregiudizievoli al commercio, senza che arrechino o alla Nazione o all’Erario del Principe


van-