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del re Arrigo di Francia per il cardinale Farnese della grandezza più d’un giulio in una corniuola, incavò d’intaglio in cavo che è stato uno de’ più begli intagli moderni che si sia veduto mai, per disegno, grazia, bontà e diligenza. Vedesi ancora molti altri intagli di sua man in cammei, e perfettissima una femina ignuda fatta con grande arte, e così un altro dove è un leone e parimente un putto, e molti piccoli che non scade ragiornarne; ma quello che passò tutti, fu la testa di Fotione ateniese, che è miracolosa et il più bello cameo che si possa vedere. Si adopera ancora oggi ne cammei Giovanantonio de’ Rossi milanese, bonissimo maestro, il quale, oltra alle belle opere che ha fatto di rilievo e di cavo in varii intagli, ha per lo illustrissimo duca Cosimo de’ Medici condotto un cammeo grandissimo, cioè un terzo di braccio alto e largo parimente, nel quale ha cavato dal mezzo in su due figure, cioè Sua Eccellenza e la illustrissima duchessa Leonora sua consorte, che ambidue tengano un tondo con le mani dentrovi una Fiorenza; sono apresso a questi ritratti di naturale il principe don Francesco con don Giovanni cardinale, don Garzia e don Arnando, e don Pietro insieme con donna Isabella e donna Lucrezia, tutti lor figliuoli, che non è possibile vedere la più stupenda opera di cammeo, né la maggior di quella, e perch’ella supera tutti i cammei et opere piccole che egli ha fatti, non ne farò altra menzione potendosi veder l’opere. Cosimo, da Trezzo, ancora ha fatto molte opere degne di questa professione, il quale ha meritato, per le rare qualità sue, che il gran re Filippo Cattolico di Spagna lo tenga apresso di sé con premiallo et onorallo per le virtù sue nello intaglio in cavo e di rilievo della medesima professione, che non ha pari per far ritratti di naturale, nel quale egli vale infinitamente, e nell’altre cose. Di Filippo Negrolo milanese, intagliatore di cesello in arme di ferro con fogliami e figure, non mi distenderò avendo operato, come si vede, in rame, cose che si veggono fuor di suo, che gli hanno dato fama grandissima. E Gasparo e Girolamo Misuroni milanesi intagliatori, di quali s’è visto vasi e tazze di cristallo bellissime, e particolarmente hanno condotti per il duca Cosimo dua che son miracolosi, oltre che ha fatto in un pezzo di elitropia un vaso di maravigliosa grandezza e di mirabile intaglio, così un vaso grande di lapislazari, che ne merita lode infinita; et Iacopo da Trezzo fa in Milano il medesimo; che nel vero hanno renduta questa arte molto bella e facile. Molti sarebbano che io potrei raccontare, che nello intaglio di cavo per le medaglie, teste e rovesci, che hanno paragonato e passato gli antichi, come Benvenuto Cellini, che al tempo che egli esercitò l’arte dello orefice in Roma sotto papa Clemente, fece dua medaglie dove, oltra alla testa di papa Clemente che somigliò che par viva, fé in un rovescio la Pace che ha legato il Furore e bruscia l’armi, e nell’altra Moisè che, avendo percosso la pietra, ne cava l’acqua per il suo popolo assetato, che non si può far più in quell’arte così; poi nelle monete e medaglie che fece per il duca Alessandro in Fiorenza. Del cavalier Lione Aretino, che in questo fatto il medesimo, altrove se ne farà memoria e delle opere che ha fatto e che egli fa tuttavia. Pietropavolo Galeotto romano, fece ancor lui, e fa appresso il duca Cosimo,