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Piero Buonanni, padrone della capella; et intorno sono alcuni Angeli che presentano fiori e certe teste che ridono, e sono fatte allegre con tanta grazia, che mostrò così sapere fare il riso come il pianto avea fatto in altre figure. Dipinse nella tavola della detta capella Santa Maria Madalena in aria, sostenuta da certi Angeli, et a basso Santa Caterina, che fu tenuta bell’opera. Nella chiesa di Santa Maria della Scala de’ frati de’ Servi, all’altare della Madonna, fece la storia de’ Magi in due portegli, che chiuggono quella Madonna tenuta in detta città in somma venerazione. Ma non vi stettero molto che, essendo guasti dal fumo delle candele, fu levata e posta in sagrestia, dove è molto stimata dai pittori veronesi. Dipinse a fresco nella chiesa di San Bernardino, sopra la capella della Compagnia della Madalena, nel tramezzo, la storia della purificazione, dove è assai lodata la figura di Simeone et il Cristo puttino che bacia con molto affetto quel vecchio che lo tiene in braccio. È molto bello anco un sacerdote che vi è da canto, il quale levato il viso al cielo et aperte le braccia, pare che ringrazii Dio della salute del mondo. A canto a questa capella è di mano del medesimo Liberale la storia de’ Magi e la morte della Madonna nel frontespizio della tavola, di figurine piccole molto lodate. E nel vero si dilettò molto di far cose piccole, e vi mise sempre tanta diligenza che paiono miniate, non dipinte; come si può vedere nel Duomo di quella città, dove è in un quadro di sua mano la storia de’ Magi, con un numero infinito di figure piccole e di cavalli, cani et altri diversi animali, et appresso un gruppo di Cherubini di color rosso, che fanno appoggiatoio alla madre di Gesù; nella quale opera sono le teste finite et ogni cosa condotta con tanta diligenza che, come ho detto, paiono miniate. Fece ancora per la capella della detta Madonna, in Duomo, in una predelletta pure a uso di minio, storie di Nostra Donna. Ma questa fu poi fatta levar di quel luogo da monsignor Messer Giovan Matteo Giberti, vescovo di Verona, e posta in Vescovado alla capella del palazzo, dove è la residenza de’ vescovi e dove odono messa ogni mattina. La quale predella in detto luogo è accompagnata da un Crucifisso di rilievo bellissimo, fatto da Giovanbatista scultore veronese che oggi abita in Mantoa. Dipinse Liberale una tavola in San Vitale alla capella degl’Allegni, dentrovi San Mastro confessore e veronese, uomo di molta santità, posto in mezzo da un San Francesco e San Domenico. Nella Vittoria, chiesa e convento di certi frati eremiti, dipinse nella capella di San Girolamo, in una tavola per la famiglia de’ Scaltritegli, un San Girolamo in abito di cardinale et un San Francesco e San Paulo molto lodati. Nel tramezzo della chiesa di San Giovanni in Monte dipinse la Circoncisione di Cristo et altre cose, che furono, non ha molto, rovinate, perché pareva che quel tramezzo impedisse la bellezza della chiesa. Essendo poi condotto Liberale dal generale de’ monaci di Monte Oliveto a Siena, miniò per quella Relligione molti libri, i quali gli riuscirono in modo ben fatti, che furono cagione che egli ne finì di miniar alcuni rimasi imperfetti, cioè solamente scritti, nella libreria de’ Piccolomini. Miniò anco per il Duomo di quella città alcuni libri di canto fermo; e vi sarebbe dimorato più e fatto molte opere che aveva per le mani, ma cacciato dall’invidie e dalle persecuzioni se ne partì per tornare a Verona con ottocento scudi, che egli avea guadagnati, i quali prestò poi ai monaci di Santa Maria