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dirimpetto di detto arco, dipinse, ma non restò del tutto perfetta, la Natività di Cristo et i pastori che adorano, che è molto bella pittura. Alla Certosa fuor di Parma ha fatto i tre Magi nella tavola dell’altar maggiore; et a Pavia in San Piero, badia de’ monaci di San Bernardo, una tavola; et in Mantoa, nel Duomo, un’altra al cardinale; et in San Giovanni della medesima città un’altra tavola, dentrovi un Cristo in uno splendore, et intorno gl’Apostoli e S. Giovanni, del quale par che dica: "Sic eum volo manere", etc.; et intorno a questa tavola sono, in sei quadri grandi, miracoli del detto S. Giovanni Evangelista. Nella chiesa de’ frati zoccolanti, a man sinistra, è di mano del medesimo, in una tavola grande, la conversione di San Paulo, opera bellissima. Et in San Benedetto in Pollirone, luogo lontano dodici miglia da Mantoa, ha fatto nella tavola dell’altar maggiore Cristo nel presepio adorato dai pastori con Angeli che cantano. Ha fatto ancora, ma non so già in che tempo a punto, in un quadro bellissimo, cinque amori, il primo de’ quali dorme e gl’altri lo spogliano, togliendogli chi l’arco, chi le saette et altri la face. Il qual quadro ha il signor duca Ottavio, che lo tiene in gran conto per la virtù di Ieronimo, il quale non ha punto degenerato dal suo parente Francesco nell’essere eccellente pittore e cortese e gentile oltre modo, e perché ancor vive si vedano anco uscire di lui altre opere bellissime che ha tuttavia fra mano. Fu amicissimo del detto Francesco Messer Vincenzio Caccianimici gentiluomo bolognese, il quale dipinse e s’ingegnò d’imitare quanto poté il più la maniera di esso Francesco Mazzuoli. Costui coloriva benissimo, onde quelle cose che lavorò per suo piacere e per donare a diversi signori et amici suoi sono invero dignissime di lode; ma particolarmente una tavola a olio, che è in San Petronio alla capella della sua famiglia, dentro la quale è la decollazione di San Giovanni Battista. Morì questo virtuoso gentiluomo, di mano del quale sono alcuni disegni nel nostro libro molto belli, l’anno 1542.