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fece por le mani addosso, et alla tortura messolo, senza che altro martorio gli dessero, confessò il delitto, e fu dalla giustizia condannato alle forche, ma prima con tanaglie affocate per la strada tormentato et ultimamente squartato. Ma non per questo tornò la vita a Polidoro, né alla pittura si rese quello ingegno pellegrino e veloce, che per tanti secoli non era più stato al mondo. Per il che se allora che morì, avesse potuto morire con lui, sarebbe morta l’invenzione, la grazia e la bravura nelle figure dell’arte. Felicità della natura e della virtù nel formare in un corpo così nobile spirto; et invidia et odio crudele di così strana morte nel fato e nella fortuna sua, la quale, se bene gli tolse la vita, non gli torrà per alcun tempo il nome. Furono fatte l’essequie sue solennissime, e con doglia infinita di tutta Messina nella chiesa catedrale datogli sepoltura l’anno 1543. Grande obligo hanno veramente gl’artefici a Polidoro per averla arrichita di gran copia di diversi abiti, e stranissimi e varii ornamenti, e dato a tutte le sue cose grazia et ornamento; similmente per avere fatto figure d’ogni sorte, animali, casamenti, grottesche e paesi così belli, che dopo lui chiunche ha cercato d’essere universale l’ha imitato. Ma è gran cosa e da temerne, il vedere, per l’esempio di costui, la instabilità della fortuna e quello che ella sa fare, facendo divenire eccellenti in una professione, uomini da chi si sarebbe ogn’altra cosa aspettato, con non piccola passione di chi ha nella medesima arte molti anni in vano faticato. È gran cosa, dico, vedere i medesimi, dopo molti travagli e fatiche, essere condotti dalla stessa fortuna a misero et infelicissimo fine, allora che aspettavano di goder il premio delle loro fatiche: e ciò con sì terribili e mostruosi casi, che la stessa pietà se ne fugge, la virtù s’ingiuria, et i beneficii d’una incredibile e straordinaria ingratitudine si ristorano. Quanto dunque può lodarsi la pittura della virtuosa vita di Polidoro, tanto può egli dolersi della fortuna, che se gli mostrò un tempo amica, per condurlo poi, quando meno ciò si aspettava, a dolorosa morte.