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in quella città. Andò a Trento e dipinse al cardinal vecchio il suo palazzo insieme con altri pittori, di che n’acquistò grandissima fama; e ritornato a Bologna attese all’opere da lui cominciate. Avvenne che per Bologna si diede nome di fare una tavola per lo spedale de la Morte; onde a concorrenza furono fatti varii disegni, chi disegnati e chi coloriti; e parendo a molti essere innanzi, chi per amicizia e chi per merito, di dovere avere tal cosa, restò indietro Girolamo; e parendoli che gli fosse fatto ingiuria, di là a poco tempo si partì di Bologna, onde l’invidia altrui lo pose in quel grado di felicità, che egli non pensò mai; atteso che, se passava innanzi, tale opera gl’impediva il bene che la buona fortuna gli aveva apparecchiato. Per che condottosi in Inghilterra, da alcuni amici suoi, che lo favorivano, fu preposto al re Arrigo; e giuntogli innanzi, non più per pittore, ma per ingegniere s’accommodò a’ servigi suoi. Quivi mostrando alcune prove d’edifici ingegnosi, cavati da altri in Toscana e per l’Italia, e quel re giudicandoli miracolosi, lo premiò con doni continui e gli ordinò provisione di quattrocento scudi l’anno. E gli diede commodità ch’e’ fabbricasse una abitazione onorata alle spese proprie del re. Per il che Girolamo da una estrema calamità a una grandissima grandezza condotto, viveva lietissimo e contento, ringraziando Iddio e la fortuna, che lo aveva fatto arrivare in un paese, dove gli uomini erano sì propizii alle sue virtù. Ma perché poco doveva durargli questa insolita felicità, avvenne che continuandosi la guerra tra Francesi e gli Inglesi, e Girolamo provedendo a tutte l’imprese de’ bastioni e delle fortificazioni per le artiglierie e ripari del campo, un giorno faccendosi la batteria intorno alla città di Bologna in Piccardia, venne un mezzo cannone con violentissima furia, e da cavallo per mezzo lo divise. Onde in un medesimo tempo la vita e gli onori del mondo insieme con le grandezze sue rimasero estinte, essendo egli nella età d’anni trentasei, l’anno MDXLIIII.

FINE DELLA VITA DI GIROLAMO DA TREVIGI, PITTORE