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anco a fresco nel reffettorio de’ frati di San Pier Martire due quadri: in uno è Cristo che, essendo in Emaus a tavola con i due discepoli, parte con la benedizzione il pane; nell’altro è la morte di S. Piero Martire. Fece il medesimo sopra un canto del palazzo di Messer Marguando eccellente dottore, in un nicchio a fresco, uno ignudo in iscorto per un San Giovanni, che è tenuto buona pittura. Finalmente costui per certe quistioni fu forzato, per viver in pace, partirsi di Udine, e come fuoriuscito starsi in Civitale. Ebbe Bastiano la maniera cruda e tagliente, perché si dilettò assai di ritrarre rilievi e cose naturali a lume di candela; fu assai bello inventore e si dilettò molto di fare ritratti di naturale, belli in vero e molto simili. Et in Udine fra gl’altri fece quello di Messer Raffaello Belgrado, e quello del padre di Messer Giovambattista Grassi pittore et architettore eccellente, dalla cortesia et amorevolezza del quale avemo avuto molti particolari avisi delle cose che scriviamo del Friuli. Visse Bastianello circa anni quaranta. Fu ancora discepolo di Pellegrino, Francesco Floreani da Udine, che vive et è bonissimo pittore et architetto; sì come è anco Antonio Floriani suo fratello più giovane, il quale per le sue rare qualità in questa professione, serve oggi la cesarea maestà di Massimiano imperatore. Delle pitture del qual Francesco Floriani si videro alcune due anni sono nelle mani del detto imperatore allora re; cioè una Giuditta che ha tagliato il capo a Oloferne, fatta con mirabile giudizio e diligenza. Et appresso del detto, è di mano del medesimo un libro disegnato di penna, pieno di belle invenzioni, di fabriche, teatri, archi, portici, ponti, palazzi et altre molte cose d’architettura utili e bellissime. Gensio Liberale fu anch’egli discepolo di Pellegrino, e fra l’altre cose imitò nelle sue pitture ogni sorte di pesci eccellentemente. Costui è oggi al servizio di Ferdinando arciduca d’Austria in bonissimo grado e meritamente, per essere ottimo pittore. Ma fra i più chiari e famosi pittori del paese del Friuli, il più raro e celebre è stato ai giorni nostri, per avere passato di gran lunga i sopra detti nell’invenzione delle storie, nel disegno, nella bravura, nella pratica de’ colori, nel lavoro a fresco, nella velocità, nel rilievo grande et in ogni altra cosa delle nostre arti, Giovanni Antonio Licinio da altri chiamato Cuticello. Costui nacque in Pordenone, castello del Friuli, lontano da Udine 25 miglia. E perché fu dotato dalla natura di bello ingegno et inclinato alla pittura, si diede senza altro maestro a studiare le cose naturali, imitando il fare di Giorgione da Castelfranco, per essergli piaciuta assai quella maniera da lui veduta molte volte in Venezia. Avendo dunque costui apparato i principii dell’arte, fu forzato, per campare la vita da una mortalità venuta nella sua patria, cansarsi. E così, trattenendosi molti mesi in contado, lavorò per molti contadini diverse opere in fresco, facendo a spese loro esperimento del colorire sopra la calcina; onde avvenne, perché il più sicuro e miglior modo d’imparar è nella pratica e nel far assai, che si fece in quella sorte di lavoro pratico e giudizioso; et imparò a fare che i colori, quando si lavorano molli, per amor del bianco, che secca la calcina e rischiara tanto che guasta ogni dolcezza, facessero quello effetto che altri vuole. E così conosciuta la natura de’ colori, et imparato con lunga pratica a lavorar benissimo in fresco, si ritornò a Udine, dove nel convento di S. Pier Martire fece all’altar della Nunziata una tavola a olio, dentrovi la Nostra Donna quando è salutata dall’angelo Gabriello; e