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molto naturale; et alcune donne similmente che portano da mangiare alla donna che è nel letto, con modi veramente proprii e naturalissimi. E tutte queste figure insieme con alcuni putti, che stando in aria gettano fiori, sono per l’aria, per i panni e per ogn’altra cosa consideratissimi e coloriti tanto morbidamente, che paiono di carne le figure e l’altre cose più tosto naturali che dipinte. Nell’altra Andrea fece i tre Magi d’Oriente, i quali guidati dalla stella andarono ad adorare il fanciullino Gesù Cristo; e gli finse scavalcati, quasi che fussero vicini al destinato luogo, e ciò per esser solo lo spazio delle due porte per vano fra loro e la Natività di Cristo, che di mano di Alesso Baldovinetti si vede; nella quale storia Andrea fece la corte di que’ tre Re venire lor dietro con i cariaggi e molti arnesi e genti che gl’accompagnano, fra i quali sono in un cantone ritratti di naturale tre persone vestite d’abito fiorentino, l’uno è Iacopo Sansovino, che guarda in verso chi vede la storia tutto intero, l’altro appoggiato a esso, che ha un braccio in iscorto et accenna è Andrea, maestro dell’opera, et un’altra testa in mezzo occhio dietro a Iacopo è l’Aiolle musico. Vi sono, oltre ciò, alcuni putti che salgono su per le mura, per stare a vedere passare le magnificenze e le stravaganti bestie, che menano con esso loro que’ tre Re. La quale istoria è tutta simile all’altra già detta di bontà, anzi nell’una e nell’altra superò se stesso, non che il Francia, che anch’egli la sua vi finì. In questo medesimo tempo fece una tavola, per la Badia di San Godenzo, benefizio dei medesimi frati, che fu tenuta molto ben fatta; e per i frati di San Gallo fece in una tavola la Nostra Donna annunziata dall’Angelo, nella quale si vede un’unione di colorito molto piacevole et alcune teste d’Angeli che accompagnano Gabbriello, con dolcezza sfumate e di bellezza d’arie di teste condotte perfettamente, e sotto questa fece una predella Iacopo da Puntormo, allora discepolo d’Andrea, il quale diede saggio in quell’età giovenile d’avere a far poi le bell’opere che fece in Fiorenza di sua mano; prima che egli diventasse si può dire un altro, come si dirà nella sua vita. Dopo fece Andrea un quadro di figure non molto grandi a Zanobi Girolami, nel quale era dentro una storia di Giuseppo, figliuolo di Iacob, che fu da lui finita con una diligenza molto continuata e perciò tenuta una bellissima pittura. Prese, non molto dopo, a fare agl’uomini della Compagnia di Santa Maria della Neve, dietro alle monache di Santo Ambrogio, in una tavolina tre figure: la Nostra Donna, San Giovambatista e Santo Ambruogio, la quale opera finita fu col tempo posta in sull’altare di detta Compagnia. Aveva in questo mentre preso dimestichezza Andrea, mediante la sua virtù, con Giovanni Gaddi, che fu poi cherico di camera; il quale, perché si dilettò sempre dell’arti del disegno, faceva allora lavorare del continuo Iacopo Sansovino; onde, piacendo a costui la maniera d’Andrea, gli fece fare per sé un quadro d’una Nostra Donna bellissima; il quale, per avergli Andrea fatto intorno e modegli et altre fatiche ingegnose, fu stimato la più bella opera che insino allora Andrea avesse dipinto. Fece dopo questo un altro quadro di Nostra Donna a Giovanni di Paulo merciaio, che piacque a chiunque il vide infinitamente per essere veramente bellissimo. Et ad Andrea Santini ne fece un altro, dentrovi la Nostra Donna, Cristo, San Giovanni e San Giuseppo, lavorati con tanta diligenza, che sempre