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egli fu adoperato con suo molto onore et utile; perciò che avendo il Papa veduto, quando si combatté Castello Santo Agnolo, che due cappellette di marmo, che erano all’entrare del ponte, avevano fatto danno, perché standovi dentro alcuni soldati archibugieri amazzavano chiunche s’affacciava alle mura e con troppo danno, stando essi al sicuro levavano le diffese, si risolvé Sua Santità levare le dette cappelle e ne’ luoghi loro mettere sopra due basamenti due statue di marmo. E così, fatto metter su il San Paulo di Paulo Romano, del quale si è in altro luogo ragionato, fu data a fare l’altra, cioè un San Pietro, a Lorenzetto, il quale si portò assai bene, ma non passò già quella di Paulo Romano. Le quali due statue furono poste e si veggiono oggi all’entrata del ponte. Venuto poi a morte papa Clemente, furono allogate a Baccio Bandinelli le sepolture di esso Clemente e quella di Leone Decimo et a Lorenzo data la cura del lavoro di quadro che vi si aveva a fare di marmo; onde egli si andò in questa opera qualche tempo trattenendo. Finalmente quando fu creato pontefice papa Paulo III, essendo Lorenzo molto male condotto et assai consumato, e non avendo altro che una casa, la quale egli stesso si aveva al Macello de’ Corbi fabricato, et aggravato di cinque figliuoli et altre spese, si voltò la fortuna a ingrandirlo e ristorarlo per altra via. Perciò che volendo papa Paulo che si seguitasse la fabrica di San Piero e non essendo più vivo né Baldassarri Sanese, né altri di coloro che vi avevano atteso, Antonio da San Gallo mise Lorenzo in quell’opera per architetto, dove si facevano le mura in cottimo a tanto la canna. Laonde in pochi anni fu più conosciuto e ristorato Lorenzo senza affaticarsi, che non era stato in molti con mille fatiche, avendo in quel punto propizio Dio, gl’uomini e la fortuna; e se egli fusse più lungamente vivuto, averebbe anco molto meglio ristorato que’ danni che la violenza della sorte, quando bene operava, indegnamente gli avea fatto. Ma condottosi all’età d’anni XLVII si morì di febre l’anno 1541. Dolse infinitamente la morte di costui a molti amici suoi, che lo conobbero sempre amorevole e discreto; e perché egli visse sempre da uomo da bene e costumatamente, i deputati di San Piero gli diedero in un deposito onorato sepolcro e posero in quello lo infrascritto epitaffio:

SCULPTORI LAURENTIO FLORENTINO Roma mihi tribuit tumulum, Florentia vitam; Nemo alio vellet nasci et obire loco. MDXLI Vixit annos XLVII. Menses II. Dies XV.

Avendosi Boccaccino cremonese, il quale fu quasi ne’ medesimi tempi, nella sua patria e per tutta Lombardia acquistato fama di raro e d’eccellente pittore, erano sommamente lodate l’opere sue, quando egli andato a Roma per vedere l’opere di Michelagnolo tanto celebrate non l’ebbe sì tosto vedute che quanto poté il più cercò d’avilirle et abbassarle, parendogli quasi tanto inalzare se stesso quanto biasimava un uomo veramente nelle cose del disegno, anzi in tutte generalmente eccellentissimo. A costui dunque essendo allogata la capella di Santa Maria Traspontina, poi che l’ebbe finita di dipignere e scoperta, c