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per i medesimi molti quadri e fece alcuni ornamenti di camere, che sono bellissimi. E dopo in compagnia del Genga dipinse alcune barde da cavalli, che furono mandate al re di Francia, con figure di diversi animali sì belli, che pareva ai riguardanti che avessino movimento e vita. Fece ancora alcuni archi trionfali simili agl’antichi quando andò a marito l’illustrissima Duchessa Leonora, moglie del signor Duca Francesco Maria, al quale piacquero infinitamente, sì come ancora a tutta la corte; onde fu molti anni della famiglia di detto signore con onorevole provisione. Fu Timoteo gagliardo disegnatore, ma molto più dolce e vago coloritore, in tanto che non potrebbono essere le sue opere più pulitamente, né con più diligenza lavorate. Fu allegro uomo e di natura gioconda e festevole, destro della persona, e nei motti e ragionamenti arguto e facetissimo. Si dilettò sonare d’ogni sorte strumento, ma particolarmente di lira, in su la quale cantava all’improvviso con grazia straordinaria. Morì l’anno di nostra salute MDXXIIII e della sua vita cinquantaquattresimo, lasciando la patria ricca del suo nome e delle sue virtù, quanto dolente della sua perdita. Lasciò in Urbino alcune opere imperfette, le quali essendo poi state finite da altri, mostrano col paragone quanto fusse il valore e la virtù di Timoteo; di mano del quale sono alcuni disegni nel nostro libro, i quali ho avuto dal molto virtuoso e gentile Messer Giovan Maria, suo figliuolo, molto belli e certamente lodevoli, cioè uno schizzo del ritratto del Magnifico Giuliano de’ Medici in penna, il quale fece Timoteo mentre che esso Giuliano si riparava nella corte d’Urbino in quella famosissima accademia, et un Noli me tangere et un Giovanni Evangelista che dorme, mentre che Cristo ora nell’orto, tutti bellissimi.