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GIOVAMBATISTA ADRIANI.

Marco Varrone laſciò ſcritto, che a ſuo tempo in Roma fu vn buon maestro di cotale arte, il quale egli molto ben conoſceua, & era chiamato Poſſonio, il quale oltre a molte opere egregie ritraſſe di terra alcuni peſci ſi begli, & ſi ſomiglianti, che non gli hareſti ſaputo diſcernere da’ veri, e da i viui. Loda il medeſimo Varrone molto vno amico di Lucullo, i modegli del quale ſi ſoleuano vendere piu cari, che alcun’altra opera di qualunche artefice; & che di mano di coſtui fu quella bella Venere, che ſi chiamò genitrice, la quale, innanzi che fuſſe interamente compiuta, hauendone fretta Ceſare fu dedicata, & conſacrata nel foro. di mano di queſto medeſimo vn modello di geſſo d’vn vaſo grande da vino, che voleua far lauorare Ottauio caualier Romano, ſi vendè vn talento. Loda molto Varrone il detto di Praßitele, il quale diſſe, che queſta arte di far di terra era madre di ogni altra, che in marmo, o in brõzo facci figure di rilieuo, o in quale altra ſi vogli materia: & che quel nobile maeſtro non ſi miſe mai a fare opera alcuna cotale, che prima di terra non ne faceſſe il modello. Dice il medeſimo autore, che questa arte fu molto honorata in Italia, & ſpezialmente in Toſcana. Onde Tarquinio Priſco Re de’ Romani chiamò vn Turiano, maeſtro molto celebrato, a cui egli dette a fare quel Gioue di terra cotta, che ſi deueua adorare, e conſacrare nel Campidoglio, e ſimilmente i quattro caualli agiogati, i quali ſi vedeuano ſopra il tempio. e ſi credeua ancora, che del medeſimo maeſtro fuſſe opera quello Hercole, che lungo tempo ſi vidde a Roma, e dalla materia, di che egli era fu chiamato l’Hercole di terra cotta. Ma, percioche questa arte, come che da per ſe la ſia molto nobile; & origine delle piu honorate tuttauia, peroche la materia in che ella lauora è vile, & l’opere d’eſſa poſſono ageuolmente riceuer danno, e guastarſi, & per lo piu a fine ſi fa di quelle, che ſi fondano di bronzo, & ſi lauorano di marmo, e però che coloro, che in eſſa ſi eſercitarono, e vi hebber nome, ſono anco in queſte altre chiari, laſcieremo di ragionare piu di lei, & verremo a dire di coloro, che di bronzo ritrahendo furono in maggior pregio, che volere ragionare di tutti ſarebbe coſa ſenza fine. Furono appreſſo i Greci, i quali queſte arti molto piu che alcun’altra natione, & molto piu nobilmente l’eſercitarono, in pregio alcune maniere di metallo l’vna dall’altra differenti, ſecondo la lega di quello. e quinci auenne, che alcune figure d’eßo ſi chiamarono Corinthie, altre Deliace, & altre Eginetiche, non che il metallo di questa, o di quella ſorte in questo, o in quel luogo per natura ſi faceſſe, ma per arte meſcolando il rame chi con oro, chi con argento, e chi con istagno, & chi piu, & chi meno, le quali miſture gli dauano poi proprio colore, e piu, e men pregio, & inoltre il proprio nome. ma fu in maggiore stima il metallo di Coranto, o fuße in vaſellamento, o fuße in figure, le quali furono di tal pregio, & di ſi rara, & ecceßiua bellezza, che molti grandi huomini quando andauano attorno le portauano per tutto ſeco, & ſi troua ſcritto, che Aleßandro Magno, quando era in campo reggeua il ſuo padiglione con istatue di metallo di Coranto, le quali poi furono portate a Roma. Il primo, che fuße chiaro in queſta ſorte di lauoro, ſi dice eſſere ſtato quel Fidia Athenieſe cotanto celebrato, il quale, oltre a lo hauer fatto nel



tempio