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LETTERA DI M.

pignere. Infra le quali Timarete figliuola di Micone pittore dipinſe vna Diana, la quale in Epheſo fu fra le molte, & molto nobili, & antiche tauole celebrata. Irena figliuola, & diſcepola di Cratino, dipinſe vna fanciulla nel tempio di Cerere in Attica. Alcistene vno Saltatore. Ariſtarte figliuola, & diſcepola di Nearco vno Eſculapio. Martia di Marco Varrone nella ſua giouanezza adoperò il pennello, & ritraſſe figure, maßimamente di femmine, & la ſua isteſſa dallo ſpecchio; & ſecondo ſi dice niuna mano menò mai piu veloce pennello; & trapaßò di gran lunga Sopilo, & Dioniſio pittori della ſua età, i quali di loro arte molti luoghi empierono, & adornarono. Dipinſe anco vna Olimpiade, della quale nõ rimaſe altra memoria, ſe nõ ch’ella fu maeſtra di Antobulo. Fu in qualche pregio anco appreſſo i Romani cotale arte: poſcia che i Fabij honorati cittadini non ſdegnarono hauer ſopra nome il dipintore. Tra i quali, il primo che coſi fu per ſopra nome chiamato, dipinſe il tempio della Salute l’anno dl. dalla fondazione di Roma, la quale dipintura durò oltre all’età di molti Imperadori & inſino che quel tempio fu abbruſciato. Fu ancora in qualche nome Pacuuio poeta, dalla cui mano fu adorno il tempio di Hercole nella piazza del mercato de’ buoi. Costui, come ſi diceua, fu figliuolo d’vna ſorella di Ennio poeta, & fu chiara in lui cotale arte molto piu per eſſere ſtata accõpagnata dalla Poeſia. Dopo coſtoro non trouo io in Roma da perſone nobili cotale arte eſſere stata eſercitata, ſe gia non ci piaceſſe mettere in queſto numero Turpilio caualier Romano, il quale a Verona dipinſe molte coſe, le quali molto tempo durarono. lauoraua coſtui con la ſiniſtra mano, il che di niuno altro ſi ſa eſſere auuenuto. di cui opera furono molto lodate alcune picciole tauolette. Aterio Labeone ancora, il quale era ſtato pretore, & haueua tenuto il gouerno della prouincia di Nerbona dipinſe. Ma questo ſtudio negli vltimi tempi appreſſo i Romani era venuto in diſpregio, & riputato vile. Non voglio però laſciar di dire quello, che di cotale arte giudicaſſero i primi, maggior cittadini di Roma. Percioche a Q. Pedio, nipote di quel Pedio, che era ſtato conſolo, & haueua trionfato, & che da Giulio Ceſare nel testamento era ſtato laſciato in parte herede con Agusto, eſſendo nato mutolo, fu giudicato da Meſſala quel grande oratore, della cui famiglia era l’auola di quel fanciullo mutolo, che ſi doueſſe inſegnare a dipignere, il che fu confermato da Agusto, il quale ſaliua di cotale arte in gran nome, ſe in breue non haueſſe finito i giorni ſuoi. Pare, che l’opere di pittura cominciaſſero in Roma ad eſſere in pregio al tempo di Valerio Maßimo; quando Meſſala il primo poſe nella curia di Hoſtilio, doue ſi ſtrigneua il Senato, vna battaglia dipinta, nella quale egli haueua in Cicilia vinto i Cartagineſi, et Hierone Re l’anno dalla fondazione di Roma 490. Fece questo medeſimo poi L. Scipione, il quale conſacrò nel Campidoglio vna tauola, doue era dipinta la vittoria, che egli haueua hauuto in Aſia. E’ ſi dice, che il fratello, Scipione Africano, l’hebbe molto a male, concio fuſſe coſa, che in quella battaglia medeſima il figliuol di lui fuſſe rimaſo prigione. Giouò molto a l’eſſere fatto conſolo a Hoſtilio Mancino, il mettere in publico vna ſimil tauola, doue era dipinto il ſito, & l’aße-



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