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GIOVAMBATISTA ADRIANI.

nel monte Eta, che nella pira ardendo, e laſciando in terra l’humano, era riceuuto in cielo nel diuino di comun parere de gli dei, & la storia di Nettuno, e d’Hercole intorno a Laomedonte. Alcidamo anco dipinſe Dioſippo, che ne’ giuochi Olimpici alla lotta inſieme, & alle pugna haueua vinto, come era il prouerbio, ſenza polvere. Vno Crhreſiloco, il quale fu diſcepolo d’Apelle ritraſſe Gioue, e nel vero con poca reuerenzia in atto di voler partorire Bacco, lagnanteſi a guiſa di femmina fra le mani delle leuatrici, con molte delle dee intorno, le quali dolenti, & lagrimanti miniſtrauano al parto. Vno Cleſide, parendogli hauer riceuuto ingiuria da Stratonica regina, non eſſendo stato da lei accettato, come pareua ſe li conueniſſe dipinſe il Diletto in forma di femmina inſieme con un peſcatore, che ſi diceua eſſere amato dalla regina, & laſciò queſta tauola in Epheſo in publico, e noleggiata vna naue con gran preſtezza fauorito da’ venti fuggi via. la regina non volle che ella foſſe quindi leuata, come che questo artefice l’haueſſe molto bene raſſembrata in quella figura, & il peſcatore altreſi ritratto al naturale. Nicearco dipinſe Venere, & Cupido fra le Grazie, & vno Hercole meſto in atto di pentirſi della pazzia. Nealce dipinſe vna battaglia nauale nel Nilo, fra i Perſi, & gli Egittij. e per ciò, che le acque del Nilo per la grandezza di quel fiume raſſembrano il mare, accioche la coſa fuſſe riconoſciuta con bel trouato, e grazia marauiglioſa, dipinſe alla riua vno aſinello, che beeua, & poco piu oltre vn gran cocodrillo in aguato per prenderlo. Filiſco dipinſe vna bottega d’vn dipintore con tutti i ſuoi ordigni, & vn fanciullo, che ſoffiaua nel fuoco. Theodoro vn che ſi ſoffiaua il naſo: il medemo dipinſe Oreſte, che uccideua la madre, & Egisto adultero: & in piu tauole la guerra Troiana, laquale era in Roma nella loggia di Filippo, & vna Caſſandra nel tempio della Concordia. Leontio dipinſe Epicuro filoſofo penſoſo, e Demetrio Re. Tauriſco vno di coloro, che ſcagliauano in aria il diſco, vna Clitenneſtra, vno Polinice, il quale ſi appreſtaua per tornare nello stato, & vn Capaneo. Non ſi deue laſciare indietro vno Erigono macinatore di colori nella bottega di Nealce, il quale ſalſe in tãta eccellenza di queſt’arte, che non ſolo egli fu di gran pregio, ma di lui ancora rimaſe diſcepolo quel Pauſia, di cui di ſopra habbiamo detto, che fu molto chiaro nel dipignere. Bella coſa è anchora, & degna d’eſſere raccontata, che molte opere vltime, & non finite di cotali maeſtri furono piu stimate, & piu tenute care, & con maggior piacere, & marauiglia riguardate, che le perfettißime, & l’intere. quale fu l’Iride di Aristide, i gemelli di Nicomaco, la Medea di Timomaco, e la Venere di Apelle, di cui diſopra dicemo. Queste tauole furono in grandißimo pregio, & ſommamente dilettarono vedendoſi in loro, per i diſegni rimaſi, i penſieri dello artefice: & quello che di loro mancaua, con vn certo piaceuol diſpiacere piu ſi haueua caro, che il perfetto di molte belle, & da buon maeſtri opere compiutamente fornite. E queſti voglio, che inſino a qui, fra li quaſi infiniti, che in cotale arte fiorirono mi basti hauere raccontati, li quali per lo piu o furono Greci, o delle parti alla Grecia vicine. Hebbero ancora di cotale arte pregio alcune donne, le quali di loro ingegno, & maeſtria abbellirono l’arte del ben di



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pignere.