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GIOVAMBATISTA ADRIANI.

te lui eſſere il primo, e conuenirſegli il pregio di quell’arte, e d’hauerla condotta a ſomma perfettione, e ſopra tutto d’eſſere diſceſo da Apollo, e che l’Hercole, il quale egli haueua dipinto a Lindo città di Rodi era tale, quale egli diceua piu volte eſſerli apparito in viſione. fu con tutto ciò vinto a Samo la ſeconda volta da Timãte, il che male ageuolmente ſopportò. dipinſe ancora per ſuo diporto in alcune picciole tauolette congiungimenti amoroſi molti laſciui. In Timante, il quale fu al medeſimo tempo ſi conobbe vna molto benigna natura. di cui intra le altre hebbe gran nome, e che è poſta da quegli, che inſegnono l’arte del ben dire per eſſempio di conueneuolezza, vna tauola doue è dipinto il ſacrificio che ſi fece di Iphigenia figliuola di Agamennone, la quale ſtaua dinanzi allo altare per douer eſſere vcciſa dal ſacerdote, d’intorno a cui erano dipinti molti, che a tal ſacrificio interuenieno, e tutti aſſai nel ſembiante meſti, e fra gli altri Menelao zio della fanciulla alquanto piu de gli altri, ne trouando nuouo modo di dolore, che ſi conueniſſe a padre in coſi fiero ſpettacolo, hauendo ne gli altri conſumato tutta l’arte, con un lembo del mantello gli coperſe il viſo, quaſi che eſſo non poteſſe patire di vedere ſi horribile crudeltà nella perſona della figliuola, che coſi pareua che a padre ſi conueniſſe. Molte altre coſe ancora rimaſero di ſua arte, le quali lungo tempo fecero fede della eccellentia dello ingegno, e della mano di lui, come fu vn Polifemo in vna picciola tauoletta che dorme, del quale volendo che ſi conoſceſſe la lunghezza, dipinſe appreſſo alcuni ſatiri, che con la verga loro gli miſurauano il dito groſſo della mano, & in ſomma in tutte l’opere di questo artefice, ſempre s’intendeua molto piu di quello, che nella pittura appariua, e come che l’arte vi fuſſe grande, l’ingegno ſempre vi ſi conoſceua maggiore. Bellißima figura fu tenuta di questo medeſimo, e nella quale pareua, che appariſſe tutto quello, che puo far l’arte, uno di quei Semidei, che gli antichi chiamarono Heroi, la quale poi à Roma lungo tempo fu ornamento grande del tempio della Pace. Questa medeſima età produſſe Euxenida, che fu diſcepolo d’Ariſtide pittore chiaro, & Eupompo, il quale fu maestro di Panfilo, da cui di poi imparò Apelle. Durò aſſai di questo Eupompo vna figura di gran nome, raſſembrante vno di quei campioni vincitori de’ giuochi Olimpici con la palma in mano. fu egli di tanta autorità appreßo i Greci, che diuidendoſi prima la pittura in due maniere l’vna chiamata Aſiatica, e l’altra Greca, egli partendo la Greca in due, di tutte ne fece tre Aſiatica, Sicionia, & Attica. Da Panfilo fu la battaglia, e la vittoria de gli Athenieſi a Phliunte dipinta, e dal medeſimo Vliſſe, come è deſcritto da Homero, in mare ſopra vna naue rozza a guiſa di fodero. fu di natione Macedonico, & il primo di cotale arte, che foße nelle lettere ſcienziato, e principalmente nella Arimetica, e nella Geometria, ſenza le quali ſcienze egli ſoleua dire nõ ſi potere nella pittura fare molto profitto. Inſegnò apprezzo, ne volle meno da ciaſcuno diſcepolo in dieci anni di vno talento, il qual ſalario gli pagarono Melanthio, & Apelle; e potè tanto l’eſempio di questo artefice, che prima in Sicione, e poi in tutta la Grecia fu stabilito, che fra le prime coſe, che s’inſegnauano nelle ſcuole a’ fanciulli nobili fuße il diſegnare, che va inanzi al colori-



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