Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 1-2, 1568.djvu/610

520 SECONDA PARTE

grande quanto il naturale, in una colonna, entrando in chiesa a man ritta. E nella strada detta Rompilanza della medesima città, fece a fresco in un frontespizio d’una porta, una Nostra Donna col Figliuolo in braccio et alcuni Angeli dinanzi a lei in ginocchioni, et il campo fece d’alberi pieni di frutte. E queste sono l’opere che si truova esser state lavorate da Stefano, se ben si può credere, essendo vivuto assai, che ne facesse molte altre. Ma come non ne ho potuto alcun’altra rinvenire, così nè il cognome, nè il nome del padre, nè il ritratto suo, nè altro particolare. Alcuni affermano che prima che venisse a Firenze, egli fu discepolo di maestro Liberale, pittore veronese, ma questo non importa, basta che imparò tutto quello che in lui fu di buono, in Fiorenza da Agnolo Gaddi. Fu della medesima città di Verona Aldigieri da Zevio, famigliarissimo de’ signori della Scala, il quale dipinse, oltre a molte altre opere, la sala grande del palazzo loro, nella quale oggi abita il Podestà, facendovi la guerra di Gerusalemme, secondo che è scritta da Iosafo. Nella quale opera mostrò Aldigieri grande animo e giudizio, spartendo nelle facce di quella sala, da ogni banda, una storia con un ornamento solo, che la ricigne attorno; nel quale ornamento posa dalla parte di sopra, quasi per fine, un partimento di medaglie, nelle quali si crede che siano ritratti di naturale molti uomini segnalati di que’ tempi, et in particolare molti di que’ signori della Scala, ma perchè non se ne sa il vero, non ne dirò altro. Dirò bene che Aldigieri mostrò in questa opera d’avere ingegno, giudizio et invenzione, avendo considerato tutte le cose che si possono in una guerra d’importanza considerare. Oltre ciò il colorito si è molto bene mantenuto, e fra molti ritratti di grandi uomini e litterati, vi si conosce quello di Messer Francesco Petrarca. Iacopo Avanzi pittore bolognese, fu nell’opere di questa sala concorrente d’Aldigieri, e sotto le sopradette pitture dipinse, similmente a fresco, due trionfi bellissimi e con tanto artifizio e buona maniera che afferma Girolamo Campagnuola che il Mantenga gli lodava come pittura rarissima. Il medesimo Iacopo insieme con Aldigieri e Sebeto da Verona dipinse in Padova la cappella di S. Giorgio che è allato al tempio di S. Antonio, secondo che per lo testamento era stato lasciato dai marchesi di Carrara. La parte di sopra dipinse Iacopo Avanzi; di sotto, Aldigieri alcune storie di S. Lucia et un cenacolo; e Sebeto vi dipinse storie di S. Giovanni. Dopo tornati tutti e tre questi maestri in Verona, dipinsero insieme in casa de’ conti Serenghi un par di nozze, con molti ritratti et abiti di que’ tempi. Ma di tutte l’opere di Iacopo Avanzi fu tenuta la migliore; ma perchè di lui si è fatto menzione nella vita di Niccolò d’Arezzo per l’opere che fece in Bologna a concorrenza di Simone, Cristofano e Galasso pittori, non ne dirò altro in questo luogo. In Venezia ne’ medesimi tempi fu tenuto in pregio, se bene tenne la maniera greca, Iacobello de Flore, il qual in quella città fece opere assai, e particolarmente una tavola alle monache del Corpus Domini, che è posta nella lor chiesa all’altar di S. Domenico. Fu concorrente di costui Giromin Morzone, che dipinse in Vinezia et in molte città di Lombardia assai cose, ma perchè tenne la maniera vecchia e fece le sue figure in punta di piedi, non diremo di lui se non che è di sua mano una tavola nella chiesa di S. Lena all’altare dell’Assunzione, con molti Santi.