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PIETRO PERUGINO 513

chiaro oscuro, i quali ebbero al suo tempo nome straordinario di essere eccellenti. In Roma medesimamente in S. Marco, fece una storia di due martiri allato al Sacramento, opera delle buone che egli facesse in Roma. Fece ancora nel palazzo di S. Apostolo per Sciarra Colonna una loggia et altre stanze. Le quali opere gli misero in mano grandissima quantità di danari, laonde risolutosi a non stare più in Roma, partitosene con buon favore di tutta la corte, a Perugia sua patria se ne tornò; et in molti luoghi della città finì tavole e lavori a fresco, e particolarmente in palazzo una tavola a olio nella cappella de’ signori, dentrovi la Nostra Donna et altri Santi. A S. Francesco del Monte dipinse due cappelle a fresco, in una la storia de’ Magi che vanno a offerire a Cristo, e nell’altra il martirio d’alcuni frati di S. Francesco, i quali andando al soldano di Babilonia, furono occisi. In S. Francesco del convento dipinse similmente a olio due tavole, in una la Resurezione di Cristo, e nell’altra S. Giovanni Battista et altri Santi. Nella chiesa de’ Servi fece parimente due tavole, in una la trasfigurazione del Nostro Signore e nell’altra, che è accanto alla sagrestia, la storia de’ Magi; ma perchè queste non sono di quella bontà che sono l’altre cose di Piero, si tien per fermo ch’elle siano delle prime opere che facesse. In S. Lorenzo, Duomo della medesima città, è di mano di Piero nella cappella del Crucifisso la Nostra Donna, S. Giovanni, e l’altre Marie, S. Lorenzo, S. Iacopo et altri Santi. Dipinse ancora, all’altare del Sagramento, dove sta riposto l’anello con che fu sposata la Vergine Maria, lo sposalizio di essa Vergine. Dopo fece a fresco tutta l’udienza del Cambio, cioè nel partimento della volta i sette pianeti tirati sopra certi carri da diversi animali, secondo l’uso vecchio, e nella facciata, quando si entra dirimpetto alla porta, la Natività e la Resurrezione di Cristo; et in una tavola un S. Giovanni Batista in mezzo a certi altri Santi. Nelle facciate poi dalle bande dipinse, secondo la maniera sua, Fabio Massimo, Socrate, Numa Pompilio, F. Camillo, Pitagora, Traiano, L. Sicinio, Leonida Spartano, Orazio Cocle, Fabio Sempronio, Pericle ateniese e Cincinnato. Nell’altra facciata fece le Sibille, i profeti Isaia, Moisè, Daniel, Davit, Ieremia, Salamone, Eritrea, Libica, Tiburtina, Delfica e l’altre. E sotto ciascuna delle dette figure fece, a uso di motti, in scrittura alcune cose che dissero, le quali sono a proposito di quel luogo; et in uno ornamento fece il suo ritratto che pare vivissimo, scrivendovi sotto il nome suo in questo modo: Petrus Perusinus Egregius Pictor: perdita si fuerat, pingendo hic retulit artem. Si nunquam inventa esset hactenus ipse dedit. Anno domini 1500. Questa opera, che fu bellissima e lodata più che alcun’altra che da Pietro fusse in Perugia lavorata, è oggi dagl’uomini di quella città, per memoria d’un sì lodato artefice della patria loro, tenuta in pregio. Fece poi il medesimo nella chiesa di S. Agostino alla cappella maggiore, in una tavola grande isolata e con ricco ornamento intorno, nella parte dinanzi S. Giovanni che battezza Cristo, e di dietro, cioè dalla banda che risponde in coro, la Natività di esso Cristo; nelle teste alcuni Santi, e nella predella molte storie di figure piccole con molta diligenza. Et in detta chiesa fece per Messer Benedetto Calera una tavola alla cappella di S. Niccolò. Dopo tornato a Firenze, fece ai monaci di Cestello in una tavola S. Bernardo e nel capitolo un Crucifisso, la Nostra Donna, S. Benedetto, S. Bernardo e S. Giovanni. Et in S. Domenico di Fiesole, nella seconda