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vele, non però potevano essere sollevate nè sconce in modo nessuno. Erano queste tende di cinque pezzi, perchè meglio si potessino maneggiare, ma poste su, tutte si univano isieme e legavano e cuscivano di maniera che pareva un pezzo solo. Tre pezzi coprivano la piazza e lo spazio che è fra S. Giovanni e S. Maria del Fiore; e quello del mezzo aveva, a dirittura delle porte principali, detti tondi con l’arme del comune. E gl’altri due pezzi coprivano dalle bande, uno di verso la Misericordia e l’altro di verso la canonica et Opera di S. Giovanni. Le nuvole poi, che di varie sorti si facevano dalle Compagnie con diverse invenzioni, si facevano generalmente a questo modo: si faceva un telaio quadro di tavole, alto braccia due in circa, che in su le teste aveva quattro gagliardi piedi fatti a uso di trespoli da tavola et incatenati a guisa di travaglio; sopra questo telaio erano in croce due tavole larghe braccia uno, che in mezzo avevano una buca di mezzo braccio, nella quale era uno stile alto sopra cui si accomodava una mandorla, dentro la quale, che era tutta coperta di bambagia, di cherubini e di lumi et altri ornamenti, era in un ferro al traverso, posta a sedere o ritta, secondo che altri voleva, una persona che rappresentava quel Santo, il quale principalmente da quella compagnia, come proprio avvocato e protettore si onorava; o vero un Cristo, una Madonna, un S. Giovanni o altro; i panni della quale figura coprivano il ferro in modo che non si vedeva. A questo medesimo stile erano accommodati ferri, che girando più bassi e sotto la mandorla, facevano quattro o più o meno rami, simili a quelli d’un albero, che negl’estremi con simili ferri aveva per ciascuno un piccolo fanciullo vestito da Angiolo. E questi, secondo che volevano, giravano in sul ferro dove posavano i piedi, che era gangherato. E di così fatti rami si facevano talvolta due o tre ordini d’Angeli o di Santi; secondo che quello era che si aveva a rappresentare. E tutta questa machina e lo stile et i ferri che tallora faceva un giglio, tallora un albero e spesso una nuvola o altra cosa simile, si copriva di bambagia e, come si è detto, di cherubini, serafini, stelle d’oro et altri cotali ornamenti. E dentro erano facchini o villani, che la portavano sopra le spalle, i quali si mettevano intorno intorno a quella tavola, che noi abbiam chiamato telaio, nella quale erano confitti, sotto dove il peso posava sopra le spalle loro, guanciali di cuoio, pieni o di piuma o di bambagia o d’altra cosa simile, che acconsentisse e fusse morbida. E tutti gl’ingegni e le salite et altre cose erano coperte come si è detto di sopra con bambagia, che faceva bel vedere, e si chiamavano tutte queste machine, nuvole; dietro venivano loro cavalcate d’uomini e di sergenti a piedi in varie sorti, secondo la storia che si rappresentava, nella maniera che oggi vanno dietro a’ carri o altro che si faccia, in cambio delle dette nuvole; della maniera delle quali ne ho, nel nostro libro de’ disegni, alcune di mano del Cecca molto ben fatte et ingegnose veramente e piene di belle considerazioni. Con l’invenzione del medesimo si facevano alcuni Santi, che andavano o erano portati a processione, o morti o in varii modi tormentati: alcuni parevano passati da una lancia o da una spada; altri aveva un pugnale nella gola et altri altre cose simili per la persona. Del qual modo di fare, perchè oggi è notissimo, che si fa con spada, lancia o pugnale rotto, che con un cerchietto di