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{{RigaIntestazione||LORENZO COSTA}

altri maestri, alcune stanze, delle quali per essere andate per terra con la rovina di quel palazzo, non si farà altra menzione. Non lascerò già di dire che dell’opere che fece per i Bentivogli rimase solo in piedi la cappella, che egli fece a Messer Giovanni in San Iacopo, dove in due storie dipinse due trionfi tenuti bellissimi, con molti ritratti. Fece anco in San Giovanni in Monte l’anno 1497 a Iacopo Chedini, in una cappella, nella quale volle dopo morte essere sepolto, una tavola, dentrovi la Nostra Donna, San Giovanni Evangelista, Sant’Agostino et altri Santi. In San Francesco dipinse, in una tavola, una Natività, San Iacopo e Santo Antonio da Padova. Fece in S. Piero per Domenico Garganelli, gentiluomo bolognese, il principio d’una cappella bellissima; ma qualunche si fusse la cagione, fatto che ebbe nel cielo di quella alcune figure la lasciò imperfetta et a fatica cominciata. In Mantoa, oltre l’opere che vi fece per il Marchese, delle quali si è favellato di sopra, dipinse in S. Salvestro in una tavola la Nostra Donna, e da una banda San Salvestro che le raccomanda il popolo di quella città, dall’altra San Bastiano, San Paulo, Santa Lisabetta e San Ieronimo, e per quello che s’intende, fu collocata la detta tavola in quella chiesa dopo la morte del Costa, il quale avendo finita la sua vita in Mantoa, nella quale città sono poi stati sempre i suoi descendenti, volle in questa chiesa aver per sè e per i suoi successori la sepoltura. Fece il medesimo molte altre pitture delle quali non si dirà altro, essendo a bastanza aver fatto memoria delle migliori. Il suo ritratto ho avuto in Mantoa da Fermo Ghisoni pittor eccellente, che mi affermò quello esser di propria mano del Costa, il quale disegnò ragionevolmente, come si può vedere nel nostro libro in una carta di penna in carta pecora, dove è il giudizio di Salamone et un San Girolamo di chiaro scuro, che sono molto ben fatti. Furono discepoli di Lorenzo, Ercole da Ferrara suo compatriota, del quale si scriverà di sotto la vita, e Lodovico Malino similmente ferrarese, del quale sono molte opere nella sua patria et in altri luoghi, ma la migliore che vi facesse fu una tavola, la quale è nella chiesa di San Francesco di Bologna, in una cappella vicina alla porta principale; nella quale è quando Gesù Cristo, di dodici anni, disputa co’ Dottori nel tempio. Imparò anco i primi principii dal Costa il Dosso vecchio da Ferrara, dell’opere del quale si farà menzione al luogo suo. E questo è quanto si è potuto ritrarre della vita et opere di Lorenzo Costa ferrarese.