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DESIDERIO 417

luogo vicino a Fiorenza due miglia, alcuni altri lo tengono fiorentino; ma questo rilieva nulla, per essere sì poca distanza da l’un luogo all’altro. Fu costui imitatore della maniera di Donato, quantunque da la natura avesse egli grazia grandissima e leggiadria nelle teste. E veggonsi l’arie sue di femmine e di fanciulli, con delicata, dolce e vezzosa maniera aiutate tanto dalla natura che inclinato a questo lo aveva, quanto era ancora da lui esercitato l’ingegno dall’arte. Fece nella sua giovanezza il basamento del David di Donato, ch’è nel palazzo del duca di Fiorenza, nel quale Desiderio fece di marmo alcune arpie bellissime et alcuni viticci di bronzo molto graziosi e bene intesi, e nella facciata della casa de’ Gianfigliazzi un’arme grande con un lione, bellissima, et altre cose di pietra, le quali sono in detta città. Fece nel Carmine alla cappella de’ Brancacci uno Agnolo di legno; et in S. Lorenzo finì di marmo la cappella del Sacramento, la quale egli con molta diligenza condusse a perfezzione. Eravi un fanciullo di marmo tondo, il qual fu levato, et oggi si mette in sull’altar per le feste della Natività di Cristo, per cosa mirabile; in cambio del quale ne fece un altro Baccio da Montelupo, di marmo pure, che sta continuamente sopra il tabernacolo del Sacramento. In S. Maria Novella fece di marmo la sepoltura della Beata Villana, con certi Angioletti graziosi, e lei vi ritrasse di naturale che non par morta, ma che dorma, e nelle monache delle Murate, sopra una colonna in un tabernacolo, una Nostra Donna piccola di leggiadra e graziata maniera, onde l’una e l’altra cosa è in grandissima stima et in bonissimo pregio. Fece ancora, a S. Piero Maggiore, il tabernacolo del Sacramento, di marmo con la solita diligenza. Et ancora che in quello non siano figure e’ vi si vede però una bella maniera et una grazia infinita, come nell’altre cose sue. Egli similmente di marmo ritrasse di naturale la testa della Marietta degli Strozzi, la quale essendo bellissima gli riuscì molto eccellente. Fece la sepoltura di Messer Carlo Marsupini aretino in S. Croce, la quale non solo in quel tempo fece stupire gl’artefici e le persone intelligenti che la guardarono, ma quegli ancora che al presente la veggono se ne maravigliano; dove egli avendo lavorato in una cassa fogliami, benchè un poco spinosi e secchi, per non essere allora scoperte molte antichità, furono tenuti cosa bellissima. Ma fra l’altre parti che in detta opera sono, vi si veggono alcune ali che a una nicchia fanno ornamento a’ piè della cassa, che non di marmo, ma piumose si mostrano; cosa difficile a potere imitare nel marmo, atteso ch’ai peli et alle piume non può lo scarpello aggiugnere; èvvi di marmo una nicchia grande, più viva che se d’osso proprio fosse; sonvi ancora alcuni fanciulli et alcuni Angeli condotti con maniera bella e vivace; similmente è di somma bontà e d’artifizio il morto su la cassa, ritratto di naturale; et in un tondo una Nostra Donna di basso rilievo, lavorato secondo la maniera di Donato, con giudizio e con grazia mirabilissima; sì come sono ancora molti altri bassi rilievi di marmo ch’egli fece, delli quali alcuni sono nella guardaroba del signor Duca Cosimo; e particolarmente, in un tondo, la testa del nostro Signore Gesù Cristo e di San Giovanni Battista quando era fanciulletto. A’ piè della sepoltura del detto Messer Carlo fece una lapida grande per Messer Giorgio dottore famoso e segretario della Signoria di Fiorenza, con un basso rilievo molto bello, nel quale è ritratto esso Messer Giorgio con abito da dottore secondo