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410 SECONDA PARTE


VITA DI FRANCESCO DI GIORGIO SCULTORE ET ARCHITETTO E DI LORENZO VECCHIETTO SCULTORE E PITTORE, SANESI

Francesco di Giorgio sanese, il quale fu scultore et architetto eccellente, fece i due Angeli di bronzo che sono in sull’altar maggiore del Duomo di quella città, i quali furono veramente un bellissimo getto, e furon poi rinetti da lui medesimo con quanta diligenza sia possibile imaginarsi. E ciò potette egli fare comodamente, essendo persona non meno dotata di buone facultà che di raro ingegno, onde non per avarizia, ma per suo piacere lavorava quando bene gli veniva, e per lasciar dopo sè qualche onorata memoria. Diede anco opera alla pittura e fece alcune cose, ma non simili alle sculture. Nell’architettura ebbe grandissimo giudizio e mostrò di molto bene intender quella professione, e ne può far ampia fede il palazzo che egli fece in Urbino al duca Federigo Feltro, i cui spartimenti sono fatti con belle e commode considerazioni, e la stravaganza delle scale sono bene intese e piacevoli più che altre che fussino state fatte insino al suo tempo. Le sale sono grande e magnifiche, e gl’appartamenti delle camere utili et onorati fuor di modo; e per dirlo in poche parole è così bello e ben fatto tutto quel palazzo, quanto altro che insin a ora sia stato fatto già mai. Fu Francesco grandissimo ingegnere, e massimamente di machine da guerra, come mostrò in un fregio che dipinse di sua mano nel detto palazzo d’Urbino, il qual è tutto pieno di simili cose rare, apartenenti alla guerra. Disegnò anco alcuni libri tutti pieni di così fatti instrumenti; il miglior de’ quali ha il signor duca Cosimo de’ Medici fra le sue cose più care. Fu il medesimo tanto curioso in cercar d’intender le machine et instrumenti bellici degl’antichi, e tanto andò investigando il modo degl’antichi anfiteatri e d’altre cose somiglianti, ch’elleno furono cagione che mise manco studio nella scultura; ma non però gli furono, nè sono state di manco onore che le sculture gli potessino esser state. Per le quali tutte cose fu di maniera grato al detto duca Federigo, del qual fece il ritratto et in medaglia e di pittura, che quando se ne tornò a Siena sua patria, si trovò non meno essere stato onorato che beneficato. Fece per papa Pio Secondo tutti i disegni e modelli del palazzo e Vescovado di Pienza, patria del detto papa, e da lui fatta città e dal suo nome chiamata Pienza, che prima era detta Corfignano, che furon per quel luogo, magnifici et onorati quanto potessino essere, e così la forma e fortificazione di detta città, et insieme il palazzo e loggia pel medesimo Pontefice. Onde poi sempre visse onoratamente e fu, nella sua città, del supremo magistrato de’ Signori onorato. Ma pervenuto finalmente all’età d’anni 47, si morì. Furono le sue opere intorno al 1480. Lasciò costui suo compagno e carissimo amico, Iacopo Cozzerello, il quale attese alla scultura et all’architettura, e fece alcune figure di legno in Siena; e d’architettura S. Maria Maddalena fuor della porta a’ Tufi, la quale rimase imperfetta per la sua morte. E noi gl’avemo pur questo obligo, che da lui si ebbe