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398 SECONDA PARTE

in quell’opera dipinto l’Angelo in aria, il che non si era insino allora usato. Ma molto più bell’opera è tenuta dove fece la Nostra Donna che sale i gradi del tempio, sopra i quali figurò molti poveri, e fra gl’altri uno che con un boccale dà in su la testa ad un altro; e non solo questa figura ma tutte l’altre sono belle affatto, avendole egli lavorate con molto studio et amore, per la concorrenza di Domenico. Vi si vede anco tirato in prospettiva, in mezzo d’una piazza, un tempio a otto facce isolato e pieno di pilastri e nicchie, e nella facciata dinanzi benissimo adornato di figure finte di marmo; et intorno alla piazza è una varietà di bellissimi casamenti, i quali da un lato ribatte l’ombra del tempio, mediante il lume del sole, con molto bella, difficile et artifiziosa considerazione. Dall’altra parte fece maestro Domenico, a olio, Gioachino che visita S. Anna sua consorte, e di sotto il nascere di Nostra Donna, fingendovi una camera molto ornata et un putto che batte col martello l’uscio di detta camera con molta buona grazia. Di sotto fece lo sposalizio d’essa Vergine con buon numero di ritratti di naturale, fra i quali è Messer Bernardetto de’ Medici, conestabile de’ Fiorentini, con un berettone rosso, Bernardo Guadagni, che era gonfaloniere, Folco Portinari et altri di quella famiglia. Vi fece anco un nano che rompe una mazza, molto vivace, et alcune femine con abiti indosso vaghi e graziosi fuor di modo, secondo che si usavano in que’ tempi. Ma questa opera rimase imperfetta, per le cagioni che di sotto si diranno. Intanto aveva Andrea nella sua facciata fatta a olio la morte di Nostra Donna, nella quale, per la detta concorrenza di Domenico e per essere tenuto quello che egli era veramente, si vede fatto con incredibile diligenza in iscorto un cataletto dentrovi la Vergine morta, il quale, ancora che non sia più che un braccio e mezzo di lunghezza, pare tre. Intorno le sono gl’Apostoli fatti in una maniera che, se bene si conosce ne’ visi loro l’allegrezza di veder esser portata la loro Madonna in cielo da Gesù Cristo, vi si conosce ancora l’amaritudine del rimanere in terra senz’essa. Tra essi apostoli sono alcuni Angeli che tengono lumi accesi, con bell’aria di teste e sì ben condotti, che si conosce che egli così bene seppe maneggiare i colori a olio, come Domenico suo concorrente. Ritrasse Andrea in queste pitture, di naturale, Messer Rinaldo degl’Albizi, Puccio Pucci, il Falgavaccio che fu cagione della liberazione di Cosimo de’ Medici, insieme con Federigo Malevolti, che teneva le chiavi dell’Alberghetto; parimente vi ritrasse Messer Bernardo di Domenico della Volta, spedalingo di quel luogo, inginocchioni, che par vivo; et in un tondo nel principio dell’opere se stesso, con viso di Giuda Scariotto, come egl’era nella presenza e ne’ fatti. Avendo dunque Andrea condotta questa opera a bonissimo termine, accecato dall’invidia per le lodi che alla virtù di Domenico udiva dare, si deliberò levarselo d’attorno, e dopo aver pensato molte vie, una ne mise in essecuzione in questo modo; una sera di state, sì come era solito, tolto Domenico il liuto, uscì di S. Maria Nuova, lasciando Andrea nella sua camera a disegnare, non avendo egli voluto accettar l’invito d’andar seco a spasso, con mostrare d’avere a fare certi disegni d’importanza. Andato dunque Domenico da sè solo a’ suoi piaceri, Andrea, sconosciuto, si mise ad aspettarlo dopo un canto, et arrivando a lui Domenico nel tornarsene a casa, gli sfondò con certi piombi il liuto e lo stomaco in un medesimo