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F. GIOVANNI 359

dell’Ordine de’ frati predicatori; perciò che se bene in tutti gli stati si può servire a Dio, ad alcuni nondimeno pare di poter meglio salvarsi ne’ monasterii che al secolo. La qual cosa quanto ai buoni succede felicemente, tanto per lo contrario riesce, a chi si fa relligioso per altro fine, misera veramente et infelice. Sono di mano di fra’ Giovanni, nel suo convento di S. Marco di Firenze, alcuni libri da coro miniati, tanto belli che non si può dir più; et a questi simili sono alcuni altri, che lasciò in S. Domenico da Fiesole, con incredibile diligenza lavorati. Ben è vero che a far questi fu aiutato da un suo maggior fratello che era similmente miniatore et assai esercitato nella pittura. Una delle prime opere che facesse questo buon padre di pittura, fu nella Certosa di Fiorenza una tavola che fu posta nella maggior cappella del cardinale degl’Acciaiuoli, dentro la quale è una Nostra Donna col Figliuolo in braccio e con alcuni Angeli a’ piedi, che suonano e cantano, molto belli, e dagli lati sono S. Lorenzo, S. Maria Madalena, S. Zanobi e S. Benedetto. E nella predella sono di figure piccole, storiette di que’ Santi fatte con infinita diligenza. Nella crociera di detta cappella, sono due altre tavole di mano del medesimo: in una è la incoronazione di Nostra Donna, e nell’altra una Madonna con due Santi, fatta con azzurri oltramarini bellissimi. Dipinse dopo, nel tramezzo di S. Maria Novella, in fresco a canto alla porta dirimpetto al coro, S. Domenico, S. Caterina da Siena e S. Piero martire et alcune storiette piccole nella capella dell’incoronazione di Nostra Donna, nel detto tramezzo. In tela fece nei portegli che chiudevano l’organo vecchio, una Nunziata che è oggi in convento, dirimpetto alla porta del dormentorio da basso, fra l’un chiostro e l’altro. Fu questo padre, per i meriti suoi, in modo amato da Cosimo de’ Medici, che avendo egli fatto murare la chiesa e convento di S. Marco, gli fece dipignere in una faccia del capitolo tutta la Passione di Gesù Cristo, e dall’uno de’ lati tutti i Santi che sono stati capi e fondatori di religioni, mesti e piangenti a’ piè della croce, e dall’altro un S. Marco Evangelista intorno alla Madre del Figliuol di Dio, venutasi meno nel vedere il Salvatore del mondo crucifisso, intorno alla quale sono le Marie, che tutte dolenti la sostengono, e S. Cosimo e Damiano. Dicesi che nella figura del S. Cosimo fra’ Giovanni ritrasse di naturale Nanni d’Antonio di Banco, scultore et amico suo. Di sotto a questa opera fece in un fregio, sopra la spalliera, un albero che ha San Domenico a’ piedi; et in certi tondi, che circondano i rami, tutti i papi, cardinali, vescovi, Santi e maestri di teologia, che aveva avuto insino allora la religione sua de’ frati predicatori. Nella quale opera, aiutandolo i frati, con mandare per essi in diversi luoghi, fece molti ritratti di naturale, che furono questi: S. Domenico in mezzo, che tiene i rami dell’albero, papa Innocenzio Quinto franzese, il beato Ugone, primo cardinale di quell’Ordine, il beato Paulo Fiorentino patriarca, S. Antonino arcivescovo fiorentino, il beato Giordano tedesco, secondo Generale di quell’Ordine, il beato Niccolò, il beato Remigio fiorentino, Boninsegno fiorentino martire; e tutti questi sono a man destra; a sinistra poi: Benedetto II trivisano, Giandomenico cardinale fiorentino, Pietro da Palude, patriarca ierosolimitano, Alberto Magno todesco, il beato Raimondo di Catelogna, terzo Generale dell’Ordine, il beato Chiaro Fiorentino provinciale romano, S. Vincenzio di Valenza, et il beato Bernardo