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MICHELLOZZO MICHEL 343

è oggi il coro, fu fatto la cappella, la tribuna et il coro con ordine di Michelozzo, e fornito di tutto punto l’anno 1439. Dopo fu fatta la libreria, lunga braccia 80 e larga 18, tutta in volta di sopra e di sotto, e con 64 banchi di legno di cipresso, pieni di bellissimi libri. Appresso si diede fine al dormentorio, riducendolo in forma quadra, et insomma al chiostro et a tutte le commodissime stanze di quel convento; il quale si crede che sia il meglio inteso e più bello e più commodo, per tanto che sia in Italia, mercè della virtù et industria di Michelozzo, che lo diede finito del tutto l’anno 1452. Dicesi che Cosimo spese in questa fabrica 36 mila ducati, e che mentre si murò, diede ogni anno ai frati 366 ducati per il vitto loro. Della edificazione e sagrazione del qual tempio si leggono in un epitaffio di marmo sopra la porta che va in sagrestia queste parole:

Cum hoc templum Marco Evangelistae dicatum magnificis sumptibus Cl. V. Cosmi Medicis tandem absolutum esset, Eugenius Quartus Romanus Pontifex maxima Cardinalium, Archiepiscoporum, Episcoporum, aliorumque sacerdotum frequentia comitatus, id celeberrimo Epiphaniae die, solemni more servato, consecravit. Tum etiam quotannis omnibus, qui eodem die festo annuas statasque consecrationis ceremonias caste pieque celebraverint, viserintve, temporis luendis peccatis suis debiti, septem annos, totidemque quadragesimas, apostolica remisit auctoritate. A. M.CCCC.XLII.

Similmente fece far Cosimo col disegno di Michelozzo il noviziato di S. Croce di Firenze, la capella del medesimo e l’entrata che va di chiesa alla sagrestia, al detto noviziato et alle scale del dormentorio. La bellezza, comodità et ornamento delle quali cose non è inferiore a niuna delle muraglie, per quanto ell’è, che facesse fare il veramente magnifico Cosimo de’ Medici, o che mettesse in opera Michelozzo; et oltre all’altre cose, la porta che fece di macigno, la quale va di chiesa ai detti luoghi, fu in que’ tempi molto lodata per la novità sua e per il frontespizio molto ben fatto, non essendo allora se non pochissimo in uso l’imitare, come quella fa, le cose antiche di buona maniera. Fece ancora Cosimo de’ Medici col consiglio e disegno di Michelozzo, il palazzo di Cafaggiuolo in Mugello, riducendolo a guisa di fortezza coi fossi intorno; et ordinò i poderi, le strade, i giardini e le fontane con boschi attorno, ragnaie e altre cose da ville molto onorate; e lontano due miglia al detto palazzo, in un luogo detto il Bosco a’ Frati fece, col parere del medesimo, finire la fabbrica d’un convento per i frati de’ Zoccoli di S. Francesco, che è cosa bellissima. Al Trebbio medesimamente fece, come si vede, molti altri acconcimi. E similmente, lontano da Firenze due miglia, il palazzo della villa di Careggi, che fu cosa magnifica e ricca; dove Michelozzo condusse l’acqua per la fonte che al presente vi si vede. E per Giovanni, figliuolo di Cosimo de’ Medici, fece a Fiesole, il medesimo, un altro magnifico et onorato palazzo, fondato dalla parte di sotto nella scoscesa del poggio con grandissima spesa ma non senza grande utile, avendo in quella parte da basso fatto volte, cantine, stalle, tinaie et altre belle e commode abitazioni; di sopra poi, oltre le camere, sale et altre stanze ordinarie, ve ne fece alcune per libri e alcune altre per la musica. Insomma mostrò in questa fabrica Michelozzo quanto valesse nell’architettura; perchè oltre quello che si è detto fu murata di sorte, che ancor che sia in su quel monte non ha mai gettato un pelo. Finito questo palazzo, vi fece sopra, a spese del medesimo, la chiesa e convento de’ frati di S. Girolamo, quasi nella