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326 SECONDA PARTE

S. P. Q. F. civi suo benemerenti.

Giovan Battista Strozzi fece quest’altro:

Tal sopra sasso, sasso di giro in giro eternamente io strussi: che così passo passo alto girando al ciel mi ricondussi.

Furono ancora suoi discepoli Domenico dal Lago di Lugano, Geremia da Cremona, che lavorò di bronzo benissimo, insieme con uno Schiavone, che fece assai cose in Vinezia; Simone, che doppo aver fatto in Or San Michele per l’Arte degli Speziali quella Madonna, morì a Vicovaro, facendo un gran lavoro al Conte di Tagliacozzo; Antonio e Niccolò fiorentini, che feciono in Ferrara, di metallo, un cavallo di bronzo per il duca Borso, l’anno 1461; et altri molti, de’ quali troppo lungo sarebbe fare particolar menzione. Fu Filippo male avventurato in alcune cose, perchè, oltre che ebbe sempre con chi combattere, alcune delle sue fabbriche non ebbono al tempo suo, e non hanno poi avuto il loro fine. E fra l’altre fu gran danno che i monaci degl’Angeli non potessero, come si è detto, finire quel tempio cominciato da lui, poichè dopo avere eglino speso in quello che si vede più di tremila scudi, avuti parte dall’Arte de’ Mercatanti e parte dal Monte in sul quale erano i danari, fu dissipato il capitale, e la fabrica rimase e si sta imperfetta. Laonde, come si disse nella vita di Niccolò da Uzzano, chi per cotal via disidera lasciare di ciò memorie, faccia da sè mentre che vive, e non si fidi di nessuno. E quello che si dice di questo, si potrebbe dire di molti altri edifizii ordinati da Filippo Brunelleschi.

FINE DELLA VITA DI FILIPPO BRUNELLESCHI