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196 SECONDA PARTE

dotto in una medesima età, Filippo, Donato, Lorenzo, Paulo Uccello, et Masaccio eccellentissimi ciascuno nel genere suo, non solamente levò via le roze, et goffe maniere, mantenutesi fino a quel tempo; ma per le belle opere di costoro, incitò et accese tanto gli animi di chi venne poi, che l’operare in questi mestieri si è ridotto in quella grandezza et in quella perfezzione, che si vede ne’ tempi nostri. Di che habbiamo noi nel vero obligo grande a que’ primi, che mediante le loro fatiche ci mostrarono la vera via, da caminare al grado supremo. Et quanto alla maniera buona delle pitture a Masaccio massimamente, per haver egli,come disideroso d’acquistar fama, considerato, non essendo la pittura altro,che un cótrafar tutte le cose della natura viste, col disegno, et co’ colori semplicemente, come ci sono prodotte da lei, che colui, che ciò più perfettamente consegue, si può dire eccellente. Laqual cosa, dico, conosciuta da Masàccio fu cagione,che mediante un continuo studio imparò tanto, che si può anoverare fra i primi, che per la maggior parte levassino le durezze, imperfezzioni, et difficultà dell’arte, et che egli desse principio, alle belle attitudini, movenze, fierezze, e vivacità, et a un certo rilievo veramente proprio, naturale. Il che infino a lui non haveva mai fatto niun pittore.E perché fu di ottimo giudizio,confiderò,che tutte le figure,che non posavano, ne scortavano coi piedi in sul piano, ma stavano in punta di piedi, mancavano d’ogni bontà,et maniera nelle cose essenziali. E coloro,che le fanno mostrano di no intéder lo scorto. Et se bene Paulo Uccello vi si era messo et haveva fatto qualche cosa, agevolando in parte questa difficultà, Masaccio nondimeno, variando in molti modi fece molto meglio gli scorti,e per ogni sorte di veduta, che niun altro,che infino allora fusse stato. E dipinfe le cose sue con buona unione, et morbidezza, accompagnando con le incarnazioni delle teste, et degli nudi, i colori de’panni: I quali si dilettò di fare con poche pieghe, et facili, come fa il vivo e naturale.Il che è stato di grande utile agl'artefici, et ne merita essere commendato come se ne fusse stato inventore: perchè in vero le cose fatte inanzi a lui si possono chiamar dipinte, et le sue vive, veraci, e naturali, allato a quelle state fatte da gli altri. L’origine di costui fu da Castello San Giovanni di Valdarno; Et dicono, che quivi si veggono ancora alcune figure fatte da lui nella sua prima faciullezza. Fu persbna astrattiss.e molto a caso, come quel!o, che havendo fisso tutto l'animo, et la volontà alle cose dell’arte sola, si curava poco di se, et manco di altrui. Et perchè e’ non volle pésar già mai in maniera alcuna alle cure, o cose del mondo, et non che altro, al vestire stesso, no costumando riscuotere i danari da suoi debitori, se non quando era in bisogno estremo, per Tommaso, che era il fuo nome,fu da tutti detto Masaccio. Non già perchè e’ fusse vizioso essendo egli la bontà naturale, ma per la tanta trascurataggine. Con laquale niente dimanco era egli tanto amorevole nel fare altrui fervizio, et piacere, che più oltre non puo bramarsi. Cominciò l’arte nel tempo che Masolino da Panicale lauorava nel Carmine di Fiorenza la cappella de’ Brancacci, seguitando sempre quanto e poteva le vestigie di Filippo, et di Donato, ancora,che l’arte fusse diversa. Et cercando continumente nell'operare di fare le figure vivissime, et con bella prontezza a la similitudine del vero. Et tanto modernamente trasse fuori degli altri i suoi lineamenti et il suo dipignere, che l’opere sue sicuramente possono stare al paragone, con