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PARRI SPINELLI 291

venuto, quello che operò questo santo uomo una volta in Arezzo, et è questo: non restando egli di affaticarsi continuamente per ridurre gl’Aretini in concordia, ora predicando e talora predicendo molte disavventure, conobbe finalmente che perdeva il tempo. Onde, entrato un giorno nel palazzo dove i sessanta si ragunavano, il detto beato che ogni dì gli vedeva far consiglio e non mai deliberar cosa che fusse se non in danno della città, quando vide la sala esser piena, s’empiè un gran lembo della vesta di carboni accesi, e con essi entrato dove erano i sessanta e tutti gl’altri magistrati della città, gli gettò loro fra i piedi arditamente, dicendo: "Signori, il fuoco è fra voi, abbiate cura alla rovina vostra", e ciò detto si partì. Tanto potette la simplicità e, come volle Dio, il buon ricordo di quel sant’uomo, che quello che non avevano mai potuto le predicazioni e le minacce, adoperò compiutamente la detta azzione, conciò fusse che, uniti indi a non molto insieme, governarono per molti anni poi quella città con molta pace e quiete d’ognuno. Ma tornando a Parri, dopo la detta opera, dipinse nella chiesa e spedale di S. Cristofano, a canto alla Compagnia della Nunziata, per Monna Mattea de’ Testi, moglie di Carcascion Florinaldi che lasciò a quella chiesetta bonissima entrata, in una capella, a fresco, Cristo crucifisso, et intorno e da capo molti Angeli che, in una certa aria oscura volando, piangono amaramente. A’ pie’ della croce sono, da una banda la Madalena e l’altre Marie, che tengono in braccio la Nostra Donna tramortita, e dall’altra S. Iacopo e S. Cristofano. Nelle faccie dipinse S. Caterina, S. Niccolò, la Nunziata e Gesù Cristo alla colonna. E sopra la porta di detta chiesa in un arco, una Pietà, S. Giovanni e la Nostra Donna. Ma quelle di dentro sono state (dalla capella in fuori) guaste. E l’arco per mettere una porta di macigno moderno fu rovinato, e per fare ancora, con l’entrate di quella Compagnia, un monasterio per cento monache. Del quale monasterio aveva fatto un modello Giorgio Vasari, molto considerato, ma è stato poi alterato, anzi ridotto in malissima forma da chi ha di tanta fabrica avuto indegnamente il governo; essendo che bene spesso si percuote in certi uomini, come si dice, saccenti, (che per lo più sono ignoranti), i quali, per parere d’intendere, si mettono arrogantemente molte volte a voler far l’architetto, e sopra ’ntendere; e guastando il più delle volte gl’ordini et i modelli fatti da coloro che, consumati negli studi e nella pratica del fare, architettano giudiziosamente; e ciò con danno de’ posteri, che perciò vengono privi dell’utile, commodo, bellezza, ornamento e grandezza, che nelle fabriche, e massimamente che hanno a servire al publico, sono richiesti. Lavorò ancora Parri nella chiesa di S. Bernardo, monasterio de’ monaci di Monte Uliveto, dentro alla porta principale, due capelle che la mettono in mezzo: in quella che è a man ritta intitolata alla Trinità, fece un Dio Padre che sostiene con le braccia Cristo crucifisso, e sopra è la colomba dello Spirito Santo in un coro d’Angeli; et in una faccia della medesima dipinse a fresco alcuni Santi perfettamente; nell’altra, dedicata alla Nostra Donna, è la Natività di Cristo, et alcune femine, che in una tinelletta di legno lo lavano con una grazia donnesca troppo bene espressa. Vi sono anco alcuni pastori nel lontano, che guardano le pecorelle, con abiti rusticali di que’ tempi, molto pronti, et attentissimi