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LORENZO GHIBERTI 283

le vergogne, e Cam suo figliuolo lo schernisce, e nel vero uno che dorma non può imitarsi meglio, vedendosi lo abandonamento delle membra ebbre, e la considerazione et amore degli altri due figliuoli, che lo ricuoprono con bellissime attitudini. Oltre che v’è e la botte et i pampani e gli altri ordigni della vendemmia, fatti con avvertenza et accomodati in certi luoghi, che non impediscono la storia, ma le fanno un ornamento bellissimo. Piacque a Lorenzo fare nella quarta storia l’apparire de’ tre Angeli nella valle Mambre, e faccendo quegli simili l’uno all’altro, si vede quel santissimo vecchio adorarli, con una attitudine di mani e di volto molto propria e vivace; oltre che egli con affetto molto bello intagliò i suoi servi, che a’ piè del monte con uno asino aspettano Abraam, che era andato a sacrificare il figliuolo. Il quale stando ignudo in su l’altare, il padre con il braccio in alto cerca far l’obbedienza; ma è impedito dall’Angelo, che con una mano lo ritiene e con l’altra accenna dove è il montone da far sacrifizio, e libera Isac da la morte. Questa storia è veramente bellissima, perchè fra l’altre cose si vede differenza grandissima fra le delicate membra d’Isac e quelle de’ servi e più robusti, in tanto che non pare che vi sia colpo che non sia con arte grandissima tirato. Mostrò anco avanzar se medesmo Lorenzo in quest’opera; nelle difficultà de’ casamenti e quando nasce Isaac, Iacob et Esaù, o quando Esaù caccia, per far la volontà del padre; et Iacob, ammaestrato da Rebecca, porge il cavretto cotto, avendo la pelle intorno al collo, mentre è cercato da Isac, in qual gli dà la benedizzione. Nella quale storia sono cani bellissimi e naturali, oltre le figure che fanno quello effetto istesso, che Iacob et Isac e Rebecca nelli lor fatti, quando eron vivi, facevano. Inanimito Lorenzo per lo studio dell’arte, che di continuo la rendeva più facile, tentò l’ingegno suo in cose più artifiziose e difficili; onde fece in questo sesto quadro Iosef messo da’ suoi fratelli nella cisterna, e quando lo vendono a que’ mercanti; e da loro è donato a Faraone, al quale interpreta il sogno della fame; e la provisione per rimedio, e gli onori fatti a Iosef da Faraone. Similmente vi è quando Iacob manda i suoi figliuoli per il grano in Egitto, e che riconosciuti da lui, gli fa ritornare per il padre. Nella quale storia, Lorenzo fece un tempio tondo girato in prospettiva con una difficultà grande, nel quale è dentro figure in diversi modi che caricano grano e farine, et asini straordinarii. Parimente vi è il convito ch’e’ fa loro et il nascondere la coppa d’oro nel sacco a Beniamin, e l’essergli trovata, e come egli abbraccia e riconosce i fratelli; la quale istoria per tanti affetti e varietà di cose è tenuta fra tutte l’opere la più degna e la più difficile e la più bella. E veramente Lorenzo non poteva, avendo sì bello ingegno e sì buona grazia in questa maniera di statue, fare che, quando gli venivano in mente i componimenti delle storie belle, e’ non facessi bellissime le figure; come appare in questo settimo quadro, dove egli figura il monte Sinai, e nella sommità Moisè che da Idio riceve le leggi, riverente e ingenocchioni. A mezzo il monte è Iosuè che l’aspetta e tutto il popolo a’ piedi impaurito per i tuoni, saette e tremuoti, in attitudini diverse fatte con una prontezza grandissima. Mostrò appresso diligenza e grande amore nello ottavo quadro, dove egli fece quando Iosuè andò a Ierico, e volse il Giordano, e pose i dodici padiglioni