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LORENZO GHIBERTI 279

fanno atti e forze gagliardissime. Nell’altra parte allato a questa è quando egli è legato alla colonna; dove è la figura di Gesù Cristo che nel duolo delle battiture si storce alquanto con una attitudine compassionevole, oltra che si vede in que’ Giudei che lo flagellano una rabbia e vendetta molto terribile per i gesti che fanno. Sèguita allato a questa quando lo menano a Pilato, e che e’ si lava le mani e lo sentenzia a la croce. Sopa l’adorazione dell’orto, dall’altra banda, nell’ultima fila delle storie, è Cristo che porta la croce e va a la morte, menato da una furia di soldati, i quali con strane attitudini par che lo tirono per forza; oltra il dolore e pianto che fanno co’ gesti quelle Marie, che non le vide meglio chi fu presente. Allato a questo fece Cristo crocifisso, et in terra a sedere con atti dolenti e pien di sdegno la Nostra Donna e S. Giovanni Vangelista. Sèguita, allato a questa nell’altra parte la sua Resurrezzione; ove, addormentate le guardie dal tuono, stanno come morti, mentre Cristo va in alto con una attitudine che ben pare glorificato nella perfezzione delle belle membra, fatto dalla ingegnosissima industria di Lorenzo. Nell’ultimo vano è la venuta dello Spirito Santo, dove sono attenzioni et attitudini dolcissime in coloro che lo ricevono. E fu condotto questo lavoro a quella fine e perfezzione senza risparmio alcuno di fatiche e di tempo che possa darsi a opera di metallo, considerando che le membra degli ignudi hanno tutte le parti bellissime, et i panni, ancora che tenessino un poco dello andare vecchio di verso Giotto, vi è dentro nondimeno un tutto che va in verso la maniera de’ moderni, e si reca in quella grandezza di figure una certa grazia molto leggiadra. E nel vero, i componimenti di ciascuna storia sono tanto ordinati e bene spartiti che meritò conseguire quella lode e maggiore, che da principio gli aveva data Filippo. E così fu onoratissimamente fra i suoi cittadini riconosciuto, e da loro e dagli artefici terrazzani e forestieri sommamente lodato. Costò questa opera fra gli ornamenti di fuori, che son pur di metallo et intagliatovi festoni di frutti et animali, ventiduamila fiorini, e pesò la porta di metallo trentaquattro migliaia di libbre. Finita questa opera, parve a’ Consoli dell’Arte de’ Mercatanti esser serviti molto bene, e per le lode dateli da ognuno deliberarono che facesse Lorenzo, in un pilastro fuor d’Or San Michele, in una di quelle nicchie, ch’è quella che volta fra i Cimatori, una statua di bronzo di quatro braccia e mezzo in memoria di S. Giovanni Battista, la quale egli principiò nè la staccò mai che egli la rese finita; che fu et è opera molto lodata, et in quella nel manto fece un fregio di lettere scrivendovi il suo nome. In questa opera, la quale fu posta su l’anno 1414, si vide cominciata la buona maniera moderna, nella testa, in un braccio che par di carne, e nelle mani, et in tutte l’attitudini della figura. Onde fu il primo che cominciasse a imitare le cose degli antichi Romani; delle quali fu molto studioso come esser dee chiunche disidera di bene operare. E nel frontespizio di quel tabernacolo si provò a far di musaico, faccendovi dentro un mezzo profeta. Era già cresciuta la fama di Lorenzo per tutta Italia e fuori, dell’artifiziosissimo magistero nel getto, di maniera che avendo Iacopo della Fonte et il Vecchietto sanese e Donato fatto per la Signoria di Siena, nel loro San Giovanni, alcune storie e figure di bronzo, che dovevano ornare il battesimo di quel tempio, et avendo visto i Sanesi l’opere