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DELLO 257

fatte nella sua città, e massimamente di figure piccole, nelle quali egli ebbe miglior grazia che nelle grandi assai. La qual cosa gli venne molto a proposito, perchè, usandosi in que’ tempi per le camere de’ cittadini cassoni grandi di legname a uso di sepolture e con altre varie fogge ne’ coperchi, niuno era che i detti cassoni non facesse dipignere; et oltre alle storie che si facevano nel corpo dinanzi e nelle teste, in sui cantoni e tallora altrove, si facevano fare l’arme o vero insegne delle casate. E le storie, che nel corpo dinanzi si facevano, erano per lo più di favole tolte da Ovidio e da altri poeti, o vero storie raccontate dagli istorici greci o latini, e similmente cacce, giostre, novelle d’amore et altre cose somiglianti, secondo che meglio amava ciascuno. Il didentro poi si foderava di tele o di drappi, secondo il grado e potere di coloro che gli facevano fare, per meglio conservarvi dentro le veste di drappo et altre cose preziose. E, che è più, si dipignevano in cotal maniera non solamente i cassoni, ma i lettucci, le spalliere, le cornici che ricignevano intorno e altri così fatti ornamenti da camera, che in que’ tempi magnificamente si usavano, come infiniti per tutta la città se ne possono vedere. E per molti anni fu di sorte questa cosa in uso, che eziandio i più eccellenti pittori in così fatti lavori si esercitavano, senza vergognarsi, come oggi molti farebbono, di dipignere e mettere d’oro simili cose. E che ciò sia vero, si è veduto insino a’ giorni nostri, oltre molti altri, alcuni cassoni, spalliere e cornici nelle camere del Magnifico Lorenzo Vecchio de’ Medici, nei quali era dipinto di mano di pittori non mica plebei, ma eccellenti maestri, tutte le giostre, torneamenti, cacce, feste et altri spettacoli fatti ne’ tempi suoi, con giudizio, con invenzione e con arte maravigliosa. Delle quali cose se ne veggiono, non solo nel palazzo e nelle case vecchie de’ Medici, ma in tutte le più nobili case di Firenze ancora alcune reliquie. E ci sono alcuni che attenendosi a quelle usanze vecchie, magnifiche veramente et orrevolissime, non hanno sì fatte cose levate per dar luogo agl’ornamenti et usanze moderne. Dello, dunque, essendo molto pratico e buon pittore, e massimamente come si è detto in far pitture piccole con molta grazia, per molti anni, con suo molto utile et onore, ad altro non attese che a lavorare e dipignere cassoni, spalliere, lettucci et altri ornamenti della maniera che si è detto di sopra, intanto che si può dire ch’ella fusse la sua principale e propria professione. Ma perchè niuna cosa di questo mondo ha fermezza, nè dura lungo tempo, quantunque buona e lodevole, da quel primo modo di fare, assottigliandosi gl’ingegni, si venne non è molto a far ornamenti più ricchi et agl’intagli di noce messi d’oro che fanno ricchissimo ornamento, et al dipignere e colorire a olio in simili masserizie istorie bellissime, che hanno fatto e fanno conoscere così la magnificenza de’ cittadini che l’usano, come l’eccellenza de’ pittori. Ma per venire all’opere di Dello, il quale fu il primo che con diligenza e buona pratica in sì fatte opere si adoperasse, egli dipinse particolarmente a Giovanni de’ Medici tutto il fornimento d’una camera che fu tenuto cosa veramente rara et in quel genere bellissima, come alcune reliquie che ancora ce ne sono, dimostrano. E Donatello, essendo giovanetto, dicono che gli aiutò, facendovi di sua mano con stucco, gesso, colla e matton pesto, alcune storie et ornamenti di basso rilievo, che poi messi d’oro, accompagnarono con bellissimo vedere le storie dipinte; e di questa opera e d’altre molte simili, fa menzione con lungo ragionamento Drea Cennini