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114 PRIMA PARTE

(versione diplomatica)


(versione critica)


molti nella città che promettevano ogni aiuto, cominciarono la fabbrica della nuova chiesa il dì di S. Luca nel 1278, mettendo solennissimamente la prima pietra de’ fondamenti il cardinale Latino degli Orsini legato di papa Nicola III appresso i Fiorentini. Furono architettori di detta chiesa fra’ Giovanni fiorentino e fra’ Ristoro da Campi conversi del medesimo ordine, i quali rifeciono il ponte alla Carraia e quello di S. Trinita, rovinati pel diluvio del 1264 il primo dì d’ottobre. La maggior parte del sito di detta chiesa e convento fu donato ai frati dagli eredi di messer Jacopo cavaliere de’ Tornaquinci. La spesa, come si è detto, fu fatta parte di limosine, parte de’ danari di diverse persone che aiutarono gagliardamente, e particolarmente con l’aiuto di frat’Aldobrandino Cavalcanti, il quale fu poi vescovo d’Arezzo, et è sepolto sopra la porta della Vergine. Costui, dicono che, oltre all’altre cose, messe insieme con l’industria sua tutto il lavoro e materia che andò in detta chiesa, la quale fu finita, essendo priore di quel convento fra’ Jacopo Passavanti, che perciò meritò aver un sepolcro di marmo inanzi alla capella maggiore a man sinistra. Fu consecrata questa chiesa l’anno 1420 da papa Martino V come si vede in un epitaffio di marmo nel pilastro destro della capella maggiore, che dice così: Anno Domini 1420 die septima Septembris Dominus Martinus divina providentia Papa V personaliter hanc ecclesiam consecravit, et magnas indulgentias contulit visitantibus eamdem. Delle quali tutte cose e molte altre si ragiona in una cronaca dell’edificazione di detta chiesa, la quale è appresso i padri di S. Maria Novella, e nelle istorie di Giovanni Villani similmente. Et io non ho voluto tacere di questa chiesa e convento queste poche cose, sì perchè ell’è delle principali e delle più belle di Firenze, e sì anco perchè hanno in essa, come si dirà di sotto, molte eccellenti opere fatte da’ più famosi artefici che siano stati negl’anni addietro.

FINE DELLA VITA DI GADDO GADDI.