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84 PRIMA PARTE

detta chiesa; donde essendo poi levata, per dar quel luogo alla tavola, che v’è hoggi di Alesso Baldovinetti, fu posta in una capella minor della Navata sinistra di detta chiesa. Lavorando poi in fresco allo spedale del Porcellana, sul canto della via nuova, che va in borgo Ognisanti nella facciata dinanzi, che ha in mezo la porta principale, da un lato la Vergine Annunziata da l’Angelo, et da l’altro Giesu Christo con Cleofas, et Luca, figure grandi quanto il naturale; levò via quella vecchiaia, facendo in quest’opra i panni, et le vesti, e l’altre cose un poco piu vive, et naturali, et piu morbide, che la maniera di que’ greci tutta piena di linee, e di proffili, cosi nel musaico, come nelle pitture; la qual maniera scabrosa, et goffa, et ordinaria havevano, non mediante lo studio, ma per una cotal usanza insegnato l’uno all’altro, per molti, et molti anni, i pittori di que’ tempi, senza pensar mai a migliorare il disegno, à bellezza di colorito, ò inventione alcuna, che buona fusse. Essendo dopo quest’opra richiamato Cimabue dallo stesso guardiano, che gl’haveva fatto l’opere di Santa Croce, gli fece un Crocifisso grande in legno, che ancora hoggi si vede in chiesa, laquale opera fu cagione parendo al guardiano esser stato servito bene, che lo conducesse in San Francesco di Pisa loro convento, a fare in una tavola un San Francesco, che fu da que’ popoli tenuto cosa rarissima, conoscendosi in esso un certo chè, piu di bontà, e nell’aria della testa, e nelle pieghe de’ panni, che nella maniera greca non era stata usata in sin’allora da chi haveva alcuna cosa lavorato, non pur’in Pisa, ma in tutta Italia. Havendo poi Cimabue, per la medesima chiesa fatto in una tavola grande, l’immagine di nostra Donna col figliuolo in collo, e con molti angeli intorno, pur in campo d’oro, ella fu dopo non molto tempo levata di dove ell’era stata collocata la prima volta, per farvi l’altare di marmo, che vi è al presente; e posta dentro alla chiesa allato alla porta, a man manca. Per laquale opera fu molto lodato, et premiato da’ Pisani. Nella medesima città di Pisa, fece a richiesta dell’Abbate allora di San Paulo in Ripa d’Arno in una tavoletta una Santa Agnesa, et intorno a essa di figure piccole tutte le storie della vita di lei, la qual tavoletta è hoggi sopra l’altare delle vergini in detta chiesa. Per queste opere dunque, essendo assai chiaro per tutto il nome di Cimabue, egli fu condotto in Ascesi città dell’Umbria, dove in compagnia d’alcuni maestri greci dipinse nella chiesa di sotto di San Francesco parte delle volte, e nelle facciate la vita di Giesu Christo, e quella di San Francesco Nellequali pitture passò di gran lunga que’ pittori greci: onde cresciutogli l’animo, cominciò da se solo a dipigner a fresco la chiesa di sopra, e nella tribuna maggiore fece sopra il choro in quattro facciate alcune storie della nostra Donna, cioè la morte; quando è da Cristo portata l’anima di lei in cielo sopra un trono di nuvole; et quando in mezzo a un coro d’Angeli la corona, essendo da pie gran numero di santi, e sante hoggi dal tempo, e dalla polvere consumati. Nelle crociere poi delle volte di detta chiesa, che sono cinque, dipinse similmente molte storie; Nella prima sopra il coro fece i quattro evangelisti maggiori del vivo, e cosi bene, che ancor hoggi si conosce in loro assai del buono; et la freschezza de’ colori nelle carni, mostrano, che la pittura cominciò a fare per le fatiche di Cimabue grande acquisto nel lavoro a fresco. La seconda crociera fece piena di stelle d’oro in campo d’azurro oltramarino. Nella terza fece in alcuni tondi Giesu Christo, la Vergine sua madre, San Giovanni Battista,


et