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66 DELLA PITTURA

proffilate, et tratteggiate: Nella seconda, tutto quello, che è tinto a canto al proffilo con lo acquerello per ombra, Et nella terza i lumi, et il campo, lasciando il bianco della carta in vece di lume, et tingendo il resto per campo. Questa, dove è il lume, et il campo si fa in questo modo. Pigliasi una carta stampata, con la prima, dove sono tutte le proffilature, et i tratti, et cosi fresca fresca si pone in su l’asse del pero, et agravandola sopra con altri fogli, che non siano umidi, si strofina, in maniera, che quella che è fresca lascia su l’asse la tinta di tutti proffili delle figure. E allora il pittore piglia la biacca a gomma, et dà in su ’l pero i lumi; I quali dati, lo intagliatore gli incava tutti co’ ferri secondo, che sono segnati. Et questa è la stampa, che primieramente si adopera; perche ella fa i lumi, et il campo, quando ella è imbratata di colore ad olio: et per mezo della tinta, lascia per tutto il colore, salvo, che dove ella è incavata, che ivi resta la carta bianca. La seconda poi è quella delle ombre, che è tutta piana, et tutta tinta di acquerello, eccetto che dove le ombre non hanno ad essere, che quivi è incavato il legno. Et la Terza, che è la prima a formarsi, è quella, dove il proffilato del tutto è incavato per tutto, salvo, che dove e’ non ha i proffili tocchi dal nero della penna. Queste si stampano al torculo, et vi si rimettono sotto tre volte, cio è una volta per ciascuna stampa si che elle habbino il medesimo riscontro. Et certamente, che cio fu bellissima invenzione. Tutte queste professioni, et arti ingegnose si vede che derivano dal disegno: il quale è capo necessario di tutte: et non l’havendo non si ha nulla. Perche se bene tutti i segreti, et i modi sono buoni; quello è ottimo, per lo quale ogni cosa perduta si ritrova, et ogni difficil cosa, per esso diventa facile, come si potrà vedere nel leggere le vite degl’artefici; i quali dalla natura, et dallo studio aiutati, hanno fatto cose sopra humane per il mezo solo del disegno. Et cosi faccendo qui fine alla introduzzione delle tre Arti, troppo più lungamente forse trattate, che nel principio non mi pensai; Me ne passo a scrivere le Vite.