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PITTURA 45
gli abbagliati de’ mezi, et de’ lumi; che sono quelle tinte mescolate de’ tre primi, chiaro, mezano, et scuro; iquali chiari, et mezani, et scuri, et abbagliati si cavano dal cartone, o vero altro disegno, che per tal cosa è fatto, per porlo in opra; il qual’è necessario, che sia condotto con buona collocazione, e disegno fondato; et con giudizio, et inventione, atteso, che la collocazione non è altro nella pittura, che havere spartito in quel loco, dove si fa una figura, che gli spazij siano concordi al giudizio dell’occhio, et non siano disformi, che il campo sia in un luogo pieno, et nell’altro voto, la qual cosa nasca dal disegno, e da l’havere ritratto, o figure di naturale vive, o da modelli di figure fatte per quello che si voglia fare. Il qual disegno non puo havere buon’origine, se non s’ha dato continuamente opera a ritrarre cose naturali; et studiato pitture d’eccellenti maestri, et di statue antiche di rilievo, come s’è tante volte detto. Ma sopra tutto il meglio è gl’ignudi degli huomini vivi, et femine, et da quelli havere preso in memoria, per lo continovo uso i muscoli del torso, delle schiene, delle gambe, delle braccia, delle ginocchia, et l’ossa di sotto, et poi havere sicurtà, per lo molto studio, che senza havere i naturali inanzi, si possa formare di fantasia da se attitudini, per ogni verso; cosi haver veduto degli huomini scorticati, per sapere come stanno l’ossa sotto et i muscoli, et i nervi, con tutti gli ordini, et termini della Notomia; per potere con maggior sicurtà, e piu rettamente situare le membra nell’huomo, et porre i muscoli nelle figure.

Et coloro, che ciò sanno, forza è, che faccino perfettamente i contorni delle figure; le quali dintornate come elle debbono, mostrano buona grazia, et bella maniera. Perche chi studia le pitture, et sculture buone, fatte con simil modo, vedendo, et intendendo il vivo, è necessario che habbi fatto buona maniera nell’arte. Et da cio nasce l’invenzione, laquale fa mettere insieme in historia le figure a quattro, a sei, a dieci, a venti, talmente, che si viene a formare le battaglie, et l’altre cose grandi dell’arte. Questa invenzione vuol’in se una convenevolezza formata di concordanza, e dobedienza; che s’una figura si muove per salutare un’altra; non si faccia la salutata voltarsi indietro, havendo a rispondere, et con questa similitudine tutto il resto.

La istoria sia piena di cose variate, et differenti l’una da l’altra, ma a proposito sempre di quello, che si fa, et che di mano in mano figura lo Artefice, Ilquale debbe distinguere i gesti, e l’attitudini facendo le femmine con aria dolce, et bella, et similmente i giovani; Ma i vecchi, gravi sempre di aspetto, et i sacerdoti massimamente, et le persone di autorità. Avvertendo però sempremai, che ogni cosa corrisponda ad un tutto della opera, di maniera, che quando la pittura si guarda, vi si conosca una concordanza unita, che dia terrore nelle furie, et dolcezza negli effetti piacevoli; Et rappresenti in un tratto la intenzione del Pittore, et non le cose, che e’ non pensava. Conviene adunque per questo, che e’ formi le figure, che hanno ad esser fiere, con movenzia, et con gagliardia; Et sfugga quelle, che sono lontane da le prime, con l’ombre, et con i colori appoco appoco dolcemente oscuri; Di maniera che l’arte sia accompagnata sempre con una grazia di facilità, et di pulita leggiadria di colori; Et condotta l’opera a perfezzione, non con uno stento di passione crudele, che gl’huomini, che cio guardano habbino a patire pena della passione, che in tal’opera veggono sopportata dallo Artefice; Ma da ralegrarsi della felicità, che la sua


mano