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pellini, et muratori. Ma nella scultura serve il disegno di tutti i contorni, perche a veduta, per veduta se ne serve lo scultore, quando vuol disegnare quella parte, che gli torna meglio, o che egli intende di fare; per ogni verso, o nella cera, o nella terra, o nel marmo, o nel legno, o altra materia.

Nella pittura servono i lineamenti in piu modi, ma particolarmente a dintornare ogni figura; perche quando eglino sono ben disegnati, et fatti giusti, et a proporzione; l’ombre, che poi vi si aggiungono, et i lumi sono cagione, che i lineamenti della figura, che si fa ha grandissimo rilievo, e riesce di tutta bontà, e perfezzione E di quì nasce, che chiunque intende, e maneggia bene queste linee, sarà in ciascuna di queste arti mediante la pratica, et il giudizio eccellentissimo chi dunque vuole bene imparare a esprimere, disegnando i concetti dell’animo, è qual si voglia cosa, fa di bisogno, poi che haverà alquanto asuefatta la mano, che per divenir piu intelligente nell’arti si eserciti in ritrarre figure di rilievo, o di marmo di sasso, o di sasso, o vero di quelle di gesso formate sul vivo, o vero sopra qualche bella statua antica, o si veramente rilievi di modelli fatti di terra, o nudi, o con cenci interrati addosso, che servono per panni, et vestimenti. Percioche tutte queste cose, essendo immobili, et senza sentimento fanno grande agevolezza, stando ferme a colui, che disegna, il che non avviene nelle cose vive, che si muovono. Quando poi haverà in disegnando simili cose fatto buona pratica, et assicurata la mano, cominci a ritrarre cose naturali; et in esse faccia con ogni possibile opera, e diligenza una buona, e sicura pratica; percioche le cose, che vengono dal naturale sono veramente quelle, che fanno honore a chi si è in quelle affaticato, havendo in se, oltre a una certa grazia, et vivezza, di quel semplice, facile, e dolce, che è proprio della natura, et che dalle cose sue s’impara perfettamente, et non dalle cose dell’arte a bastanza giamai. E tengasi per fermo, che la pratica, che si fa con lo studio di molti anni in disegnando, come si è detto disopra, è il vero lume del disegno, et quello, che fa gli huomini eccellentissimi. Hora havendo di ciò ragionato a bastanza, seguita, che noi veggiamo, che cosa sia la Pittura.

     Ell’è dunque un piano coperto di campi di colori, in superficie, o di tavola, o di muro, o di tela, intorno a lineamenti detti disopra, i quali per virtu di un buon disegno di linee girate circondano la figura Questo si fatto piano, dal pittore con retto giudizio mantenuto nel mezo, chiaro, et negli estremi, et ne’ fondi scuro, et accompagnato tra questi, et quello da colore mezano tra il chiaro, et lo scuro; fa che unendosi insieme questi tre campi, tutto quello, che è tra l’uno lineamento, et l’altro si rilieva, et apparisce tondo, e spiccato, come s’è detto. Bene è vero, che questi tre campi non possono bastare ad ogni cosa minutamente, atteso, che egli è necessario dividere qualunche di loro almeno in due spezie; faccendo di quel chiaro due mezi, et di quell’oscuro, due piu chiari, et di quel mezo due altri mezi, che pendino, l’uno nel piu chiaro; et l’altro nel piu scuro. Quando queste tinte d’un color solo, qualunche egli si sia saranno stemperate, si vedrà a poco a poco cominciare il chiaro, et poi meno chiaro, et poi un poco piu scuro, di maniera ch’a poco a poco troverremo il nero schietto. Fatte dunque le mestiche, cioè mescolati insieme questi colori, volendo lavorare, o a olio, o a tempera, o in fresco; si va coprendo il lineamento, et mettendo a’ suoi luoghi i chiari, et gli scuri, et i mezi, et


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