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ARCHITETTURA 29

lavorano queste cose, è il medesimo, che inanzi habbiamo ragionato, e per la presa fatta con essa rimangono murate. a queste tali fontane di frombole, cioè sassi di fiumi tondi, et stiacciati si fanno pavimenti murando quelli per coltello, e a onde a uso d’acque, che fanno benissimo. Altri fanno alle piu gentili pavimenti di terra cotta a mattoncini con varij spartimenti, et invetriati a fuoco, come in vasi di terra dipinti di varij colori, et con fregi, et fogliami dipinti; ma questa sorte di pavimenti piu conviene alle stufe, et a’ bagni, che alle fonti.


Del modo di fare i Pavimenti di commesso.     Cap. VI.


T

Utte le cose, che truovar si poterono, gli antichi, ancora che con difficultà in ogni genere, o le ritrovarono, o di ritrovarle cercarono, quelle dico, ch’alla vista degli huomini vaghezza, et varietà indurre potessero; Trovarono dunque fra l’altre cose belle, i pavimenti di pietre ispartiti con varij misti di porfidi, serpentini, et graniti, con tondi, et quadri, et altri spartimenti, onde s’imaginarono, che fare si potessero fregi; fogliami, et altri andari di disegni et figure. Onde per poter meglio ricevere l’opera tal lavoro, tritavano i marmi; accioche essendo quegli minori potessero, per lo campo, et piano con essi rigirare in tondo, et diritto, et a torto, secondo che veniva lor meglio: et dal commettere insieme questi pezzi lo dimandarono Musaico. Et ne i pavimenti di molte loro fabriche se ne servirono: come ancora veggiamo all’Antoniano di Roma, et in altri luoghi, dove si vede il musaico lavorato con quadretti di marmo piccioli; conducendo fogliami, maschere, et altre bizarrie, et con quadri di marmo bianchi, et altri quadretti di marmo nero fecero il campo di quegli. Questi dunque si lavoravano in tal modo. Facevasi sotto un piano di stucco fresco di calce, et di marmo, tanto grosso, che bastasse per tenere in se i pezzi commessi fermamente, sin che fatto presa si potessero spianar disopra; perche facevano nel seccarsi una presa mirabile, et uno smalto maraviglioso, che ne l’uso del caminare, ne l’acqua non gl’offendeva. Onde essendo questa opera in grandissima consideratione venuta, gli ingegni loro si misero a speculare piu alto; essendo facile a una invenzione trovata aggiugner sempre qualcosa di bontà. Perche fecero poi i musaici di marmi piu fini; et per bagni, et per stufe i pavimenti di quelli, et con piu sottile magistero, et diligenza quei lavoravano sottilissimamente; facendosi pesci variati, et imitando la pittura con varie sorti di colori atti a cio con piu specie di marmi; mescolando anco fra quegli alcuni pezzi triti di quadretti di musaico di ossa di pesce, c’hanno la pelle lustra. E cosi vivamente gli facevano, che l’acqua postavi di sopra, velandogli, pur che chiara fosse, gli faceva parere vivissimi ne i pavimenti, come se ne vede in Parione in Roma in casa di messer Egidio et Fabio Sasso. Perche parendo loro questa una pittura da poter reggere all’acque, et a i venti, et al sole per l’eternità sua; Et pensando, che tale opra molto meglio di lontano, che dappresso ritornerebbe; perche cosi non si scorgerebbono i pezzi, che ’l musaico dappresso fa vedere, ordinarono per ornar le volte et le pareti de i muri, dove tai cose si havevano a veder di lontano. E perche lustrassero, et da gli humidi, et acque si difendessero pensarono tal cosa doversi fare di vetri, et cosi gli misero in opra: et facendo cio bellissimo vedere, ne


ornaro-