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ARCHITTVRA 13
me quando non l’ha hauuto, & che è peggio, quello che ha hauuto il fuoco ſi ſchianta facilmente quando ſi lauora. E da ſapere ancora, quanto alla natura del porfido, che meſſo nella fornace, non ſi cuoce, e non laſcia interamente cuocer le pietre, che gli ſono intorno, anzi quanto a ſe incrudeliſce, come ne dimoſtrano le due colonne, che i Piſani l’anno 1117. donarono a’ Fiorentini, dopo l’acquiſto di Maiolica, le quali ſono hoggi alla porta principale del te͂pio di ſan Giouanni, non molto bene pulite, e ſenza colore per hauere hauuto il fuoco, come nelle ſue ſtorie racconta Giouan Villani. Succede al Porfido il Serpentino, il quale è pietra di color verde ſcuretta alquanto, con alcune crocette dentro giallette & lunghe per tutta la pietra; dellaquale nel medeſimo modo ſi vagliano gli artefici, per far colonne & piani per pauimenti per le fabriche, ma di queſta ſorte non s’è mai veduto figure lauorate, ma ſi bene infinito numero di baſe per le colonne, & piedi di tauole, & altri lauori piu materiali. Perche queſta ſorte di pietra ſi ſchianta anchor che ſia dura piu che’l porfido; & rieſce a lauorarla piu dolce, & men faticoſa che’l porfido; & cauaſi in Egitto, & nella Grecia, e la ſua ſaldezza ne’ pezzi non è molto grande. Concioſia, che di Serpentino no͂ ſi è mai veduto opera alcuna in maggior pezzo di braccia tre per ogni verſo, e ſono ſtate tauole, e pezzi di pauimenti. ſi è trouato ancora qualche colonna, ma non molto groſſa, ne larga. E ſimilmente alcune maſchere, e menſole lauorate, ma figure non mai. queſta pietra ſi lauora nel medeſimo modo, che ſi lauora il porfido.
Piu tenera poi di queſta è il Cipollaccio, Pietra che ſi caua in diuerſi luoghi; il quale è di color verde acerbo, & gialletto, & ha dentro alcune macchie nere quadre, picciole & grandi, & coſi bianche alquanto groſſette, & ſi veggono di queſta ſorte in piu luoghi colonne groſſe, & ſottili, & porte, & altri ornamenti; ma non figure. Di queſta pietra è vna fonte in Roma in Beluedere cioè vna nicchia in vn canto del giardino doue ſono le ſtatue del Nilo, e del Teuere la quale nicchia fece far papa Clemente ſettimo col diſegno di Michelagnolo, per ornamento d’un fiume antico, accio in queſto campo fatto a guiſa di ſcogli, appariſce, come veramente fa, molto bello. Di queſta pietra ſi fanno ancora, ſegandola, tauole, tondi, ouati, & altre coſe ſimili, che in pauimenti, e altre forme piane fanno con l’altre pietre belliſsima accompagnatura, e molto vago componimento. Queſta piglia il pulimento come il porfido, & il ſerpentino; & ancora ſi ſega come l’altre ſorti di pietra dette di ſopra, e ſe ne trouano in Roma infiniti pezzi ſotterrati nelle ruine, che giornalmente vengono a luce, & delle coſe antiche ſe ne ſono fatte opere moderne, porte, & altre ſorti d’ornamenti; che fanno doue elle ſi mettono ornamento, & grandiſsima bellezza. Ecci vn’altra pietra chiamata Miſchio dalla meſcolanza di diuerſe pietre congelate inſieme, & fatto tutt’vna dal tempo, & dalla crudezza dell’acque. & di queſta ſorte ſe ne troua copioſamente in diuerſi luoghi, come ne’ monti di Verona, in quelli di Carrara, & in quei di Prato in Thoſcana, & ne’ monti dell’Imprunetta nel contado di Firenze. Ma i piu begli, & migliori ſi ſono trouati, non ha molto, a ſan Giuſto a Monterantoli, lontano da Fiorenza cinque miglia & di queſti me n’ha fatto il S. Duca Coſimo ornare tutte le ſtanze nuoue del palazzo in porte, e camini, che ſono riuſciti molto belli; E ᵱ lo giardino de’ Pitti ſe ne ſono dal medeſimo luogo cauate colonne di braccia



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