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ARCHITETTVRA 11

dentro gran numero di figure. Vedeſi ancora ſulla piazza della Ritonda vna belliſſima caſſa fatta per ſepoltura, laquale è lauorata con grande induſtria & fatica; & è per la ſua forma, di grandiſſima grazia, & di ſomma bellezza, & molto varia dal l’altre. & in caſa di Egidio, & di Fabio Saſſo ne ſoleua eſſere vna figura a ſedere di braccia tre, & mezo condotta à di noſtri con il reſto del altre ſtatue in caſa Farneſe. Nel cortile ancora di caſa la Valle ſopra vna fineſtra vna lupa molto eccellente, & nel lor giardino i due prigioni legati del medeſimo porfido; i quali ſon quattro braccia d’altezza l’uno, lauorati da gli antichi con grandiſſimo giudicio; i quali ſono hoggi lodati ſtraordinariamente da tutte le perſone eccellenti, conoſcendoſi la difficultà, che hanno hauuto a co͂durli per la durezza della pietra. A di noſtri non s’è mai condotto pietre di queſta ſorte a perfezzione alcuna, per hauere gli artefici noſtri perduto il modo del temperare i ferri, & coſi gli altri ſtormenti da condurle. Vero è, che ſe ne va ſegando con lo ſmeriglio rocchi di colonne, & molti pezzi, per accomodarli in iſpartimenti per piani, & coſi in altri varij ornamenti per fabriche; andandolo conſumando a poco a poco con vna ſega di rame ſenza denti tirata dalle braccia di due huomini: laquale con lo ſmeriglio ridotto in poluere, & con l’acqua, che continuamente la tenga molle, finalmente pur lo ricide. & ſe bene ſi ſono in diuerſi tempi prouati molti begli ingegni, per trouare il modo di lauorarlo, che vſarono gli antichi, tutto è ſtato in vano. E Leo͂ Battiſta Alberti, il quale fu il primo, che cominciaſſe a far pruoua di lauorarlo, non però in coſe di molto momento, non truouò, fra molti, che ne miſe in pruoua, alcuna tempera, che faceſſe meglio, che il ſangue di becco, perche ſe bene leuaua poco di quella pietra duriſſima nel lauorarla, e ſfauillaua ſempre fuoco, gli ſerui nondimeno di maniera, che fece fare nella ſoglia della porta principale di ſanta Maria Nouella di Fiorenza, le diciotto lettere antiche, che aſſai grandi, & ben miſurate ſi veggono dalla parte dina͂zi in vn pezzo di porfido; lequali lettere dicono Bernardo Oricellario. E perche il taglio dello ſcarpello non gli faceua gli ſpigoli, nè daua all’opera quel pulimento, e quel fine che le era neceſſario, fece fare vn mulinello a braccia co͂ vn manico a guiſa di ſtidione, che ageuolmente ſi maneggiaua apontandoſi vno il detto manico al petto, e nella inginocchiatura mettendo le mani per girarlo. E nella punta, doue era o ſcarpello, o trapano, hauendo meſſo alcune rotelline di rame, maggiori, & minori, ſecondo il biſogno, quelle imbrattate di ſmeriglio, con leuare a poco a poco, e ſpianare faceuano la pelle, & gli ſpigoli, mentre con la mano ſi giraua deſtramente il detto mulinello. Ma con tutte queſte diligenze, non fece però Leon Batiſta altri lauori: perche era tanto il tempo, che ſi perdeua, che mancando loro l’animo, non ſi miſe altrame͂te mano a ſtatue, vaſi, o altre coſe ſottili. Altri poi, che ſi ſono meſsi a ſpianare pietre, & rapezzar colonne, col medeſimo ſegreto, hanno fatto in queſto modo. Fannoſi per queſto effetto alcune martella graui, & groſſe con le punte d’acciaio temperato fortiſsimamente col ſangue di becco, & lauorato a guiſa di punte di diamanti, con lequali picchiando minutamente in ſul porfido, & ſcantonandolo a poco a poco il meglio, che ſi puo, ſi riduce pur finalmente o a to͂do, o a piano, come piu aggrada all’artefice con fatica, & tempo non picciolo ma no͂ gia a forma di ſtatue; che di queſto non habbiamo la maniera, & ſi gli da il puli-



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