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DELL’OPERA. 5

[versione diplomatica]


et i pericoli maggiori arguiscono maggiore nobiltà, l’arte del cavare i marmi delle viscere de monti, per adoperare i conij, i pali, et le mazze sarà piu nobile della Scultura; quella del Fabbro avanzerà l’Orefice; et quella del murare, l’Architettura. Et dicono appresso, che le vere difficultà stanno piu nell’animo, che nel corpo, onde quelle cose, che di lor natura hanno bisogno di studio, et di sapere maggiore, son piu nobili, et eccellenti di quelle, che piu si servono della forza del corpo: et che valendosi i Pittori della virtu dell’animo piu di loro, questo primo honore si appartiene alla Pittura. Agli Scultori bastano le Seste, o le Squadre a ritrovare, et riportare tutte le proporzioni, et misure, che egli hanno di bisogno: a’ Pittori è necessario oltre al sapere ben’adoperare i sopradetti strumenti, una accurata cognizione di prospettiva, per havere a porre mille altre cose, che paesi, o casamenti; oltra che bisogna haver maggior giudicio per la quantità delle figure in una storia dove può nascer piu errori, che in una sola statua. allo Scultore basta haver notizia delle vere forme, et fattezze de’ corpi solidi, et palpabili, et sottoposti in tutto al tatto et di quei soli ancora che hanno chi gli regge. Al Pittore è necessario non solo conoscere le forme di tutti i corpi retti, et non retti; ma di tutti i trasparenti, et impalpabili: et oltra questo bisogna che’ sappino i colori, che si convengono a’ detti corpi, la multitudine, et la varietà de quali quanto ella sia universalmente, et proceda quasi in infinito, lo dimostrano meglio, che altro i fiori, et i frutti, oltre a minerali; cognizione sommamente difficile ad acquistarsi, et a mantenersi per la infinita varietà loro. Dicono ancora, che dove la scultura per l’inobbedienza, et imperfezzione della materia non rappresenta gli affetti dell’animo se non con il moto, ilquale non si stende però molto in lei, et con la fazione stessa de membri, ne anche tutti; i Pittori gli dimostrano con tutti i moti, che sono infiniti, con la fazione di tutte le membra per sottilissime che elle siano: ma che piu? con il fiato stesso, e con gli spiriti della vista. Et che a maggiore perfezzione del dimostrare non solamente le passioni, et gl’effetti dell’animo, ma ancora gl’accidenti a venire, come fanno i naturali, oltre alla lunga pratica dell’arte bisogna loro haver una intera cognizione d’essa Fisionomia, della quale basta solo allo Scultore la parte che considera la quantità, et forma de’ membri, senza curarsi della qualità de’ colori, la cognizione de quali, chi giudica dagli occhi, conosce quanto ella sia utile, et necessaria alla vera imitazione della natura, alla quale chi piu si accosta, è piu perfetto. Appresso soggiungono che dove la scultura levando a poco a poco in un medesimo tempo dà fondo, et acquista rilievo a quelle cose, che hanno corpo di loro natura; et servesi del tatto, et del vedere: i Pittori in due tempi danno rilievo, et fondo al Piano, con l’aiuto di un senso solo, la qual cosa quando ella è stata fatta da persona intelligente dell’arte, con piacevolissimo inganno ha fatto rimanere molti grandi huomini, per non dire degli animali; il che non si è mai veduto della scultura per non imitare la natura in quella maniera, che si possa dire tanto perfetta quanto è la loro. Et finalmente per rispondere a quella intera, et assoluta perfezzione di giudizio, che si richiede alla scultura, per non haver modo di aggiugnere do


[versione critica]


et i pericoli maggiori arguiscono maggiore nobiltà, l’arte del cavare i marmi delle viscere de monti, per adoperare i conij, i pali, et le mazze sarà piu nobile della Scultura; quella del Fabbro avanzerà l’Orefice; et quella del murare, l’Architettura. Et dicono appresso, che le vere difficultà stanno piu nell’animo, che nel corpo, onde quelle cose, che di lor natura hanno bisogno di studio, et di sapere maggiore, son piu nobili, et eccellenti di quelle, che piu si servono della forza del corpo, et che valendosi i Pittori della virtù dell’animo piu di loro, questo primo honore si appartiene alla Pittura. Agli Scultori bastano le Seste, o le Squadre a ritrovare, et riportare tutte le proporzioni, et misure, che egli hanno di bisogno, a’ Pittori è necessario oltre al sapere ben’adoperare i sopradetti strumenti, una accurata cognizione di prospettiva, per havere a porre mille altre cose, che paesi, o casamenti; oltra che bisogna haver maggior giudicio per la quantità delle figure in una storia dove può nascer piu errori, che in una sola statua. Allo Scultore basta haver notizia delle vere forme, et fattezze de’ corpi solidi, et palpabili, et sottoposti in tutto al tatto et di quei soli ancora che hanno chi gli regge. Al Pittore è necessario non solo conoscere le forme di tutti i corpi retti, et non retti, ma di tutti i trasparenti, et impalpabili, et oltra questo bisogna che’ sappino i colori, che si convengono a’ detti corpi, la multitudine, et la varietà de quali quanto ella sia universalmente, et proceda quasi in infinito, lo dimostrano meglio, che altro i fiori, et i frutti, oltre a minerali; cognizione sommamente difficile ad acquistarsi, et a mantenersi per la infinita varietà loro. Dicono ancora, che dove la scultura per l’inobbedienza, et imperfezzione della materia non rappresenta gli affetti dell’animo se non con il moto, ilquale non si stende però molto in lei, et con la fazione stessa de membri, ne anche tutti, i Pittori gli dimostrano con tutti i moti, che sono infiniti, con la fazione di tutte le membra per sottilissime che elle siano, ma che piu? con il fiato stesso, e con gli spiriti della vista. Et che a maggiore perfezzione del dimostrare non solamente le passioni, et gl’effetti dell’animo, ma ancora gl’accidenti a venire, come fanno i naturali, oltre alla lunga pratica dell’arte bisogna loro haver una intera cognizione d’essa Fisionomia, della quale basta solo allo Scultore la parte che considera la quantità, et forma de’ membri, senza curarsi della qualità de’ colori, la cognizione de quali, chi giudica dagli occhi, conosce quanto ella sia utile, et necessaria alla vera imitazione della natura, alla quale chi piu si accosta, è piu perfetto. Appresso soggiungono che dove la scultura levando a poco a poco in un medesimo tempo dà fondo, et acquista rilievo a quelle cose, che hanno corpo di loro natura, et servesi del tatto, et del vedere, i Pittori in due tempi danno rilievo, et fondo al piano, con l’aiuto di un senso solo, la qual cosa quando ella è stata fatta da persona intelligente dell’arte, con piacevolissimo inganno ha fatto rimanere molti grandi huomini, per non dire degli animali; il che non si è mai veduto della scultura per non imitare la natura in quella maniera, che si possa dire tanto perfetta quanto è la loro. Et finalmente per rispondere a quella intera, et assoluta perfezzione di giudizio, che si richiede alla scultura, per non haver modo di aggiugnere do


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