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“DEGL’ACCADEMICI 887

vanocon prappi d’Oro, zalrridi sera, altri con finislimipanni, & altri con rica mi bellislimi; & merauiglioli, tutti lieti mostrarsi: fi come in altra parte altri finedeuano poi con dmersi habiti passeggiando negotiare, & altri di minor

rado con uarij, & bellissimi intagli di legname, & di Tarfie: & altri con Pal fara Maschere, 8 con Sonagli, & altre cole fanciullesche nella medesimaguisa mostrare il medesimo giubilo, & contento. Iche, & il giouamento delle quali, & l’urile, & a gloria, chea Fiorenza ne fia venuto lo dichiacauas noi quattro uersi, che come a gl’altri disopra posti erano, dicendo.

‘Qui artes pariat SOLERTI A, znutriatusus, AurcamonArauit, quondam FUORENTI A’cunétis. Pandere nam; acri ingenio, atque enixa labore est Prestanti, unde paret utamsibi quis beatam.

Delle duc ultime Deità, oVertù poi, che come babbian detto per la quans rità, 8& eccellenza in esse de figliuoli suoi fon tantoa Fioréza proprtie, che ben puo sopra Paltre gloriosa reputarli, da man destra; & a canto alla statuadi Ce rere era posta quella d’Apollo: preso per quello Apollo Toscano, cheinfondene Toscani Poeti i Toscani uetsi, questi sotto i suoi piedi(si come nell’ala rré tele)haueua dipinto in cima d’un amenisfimo vonte conosciuto eslere d’Helicone dal Canal Pegasco, un molto bello, & spatioso prato: î mezo acui sorgeuail sagrato fonte d’Aganippe, conosciuto anch’egli per le noue Muse, cheintorno gli stauano sollazandosi, con le quali, & all’ombra de nerdeggianti Allori, di’che tutto’l monteera ripieno fi aedeuano uarij Poeti in varie guise federsi, o palleggiando ragionate, o cantare al suon della Lira; men tre una quantità di piccoli Amorini sopra gl’Allori scherzando altri di loro saectrauano, & adaltri pareua, che gettalsero lauree Corone: di questi nelpiu degno luogo ii uedeua l’acunitlimo Dante, il Petrarca legz: adro, & il facondo Boccaccio, che in atto tutto ridente pareua, che promettelslero all’entran teSignora, poi che a loro no era tocco li nobil subbietto di infondere ne Fio rentiniingegni tanto ualore, chedilei degnamente cantar poteflero; ache conl’exemplo de loro seruti, purche fi troui chi imitar gii appia hanno ben aperto larghifima strada. Vedeuasi a lor uicini, & quali, che con loro ragionassero tutti fi come gl’altri da natural ritratti M. Cino da Pistoia, il Mo temagno, Guido Caualcanti, Guittone d’Arezo, & Dante da Maiano, che furono alla medesima età, & secondo quei tempi aslai leggiadramente poeta rono, Erapoida un’altra parte Monfignor Giovanni della Casa, Luigi Ala manni, & Lodouico wartelli con Vincentio alquanto da lui lontano: & con loro Mesler Giovanni Rucellai lo scrittor delle; Tragedie, & Giro= lamo Benivieni: fra quali se in quel tempo stato uiuo non fufle fi sarebbe dato meriteuol luogo al ritratto ancora di M. Benedeétto Varchi, che poco doa po fece a miglior uita passaggio. Da un’altra parte poi fi uedena Franco Sac chetti, che fcrislele rrecento nouelle; & quegli che benche oggi di poco gri do sieno, pur perche a lor tempi non piccolo augumento a i Romanzi diede to, non indegni di questo luogo giudicati furono, Luigi Pulci cioè con Bermacrdo, & Luca suoi fratelli, col Cco, & con l’Alulssimo. Il Bernia UE

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