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detto, che dal detto Enrico d’Inghilterra fu maritata nobilmente, et avuta in pregio dalla reina Maria, sì come ancora è dalla reina Lisabetta. Similmente Caterina figliuola di maestro Giovanni da Hemsen, andò già in Ispagna al servigio della Reina d’Ungheria con buona provisione. Et insomma molt’altre sono state in quelle parti eccellenti miniatrici. Nelle cose de’ vetri e far finestre sono nella medesima provincia stati molti valent’uomini: Art Van Hort di Nimega, Borghese d’Anversa, Iacobs Felart, Divick Stas di Campen, Giovanni Ack d’Anversa, di mano del quale sono nella chiesa di Santa Gudula di Bruselles le finestre della cappella del Sacramento; e qua in Toscana hanno fatto al duca di Fiorenza molte finestre di vetri a fuoco bellissime Gualtieri e Giorgio fiaminghi e valent’uomini, con i disegni del Vasari. Nell’architettura e scultura i più celebrati fiaminghi sono Sebastiano d’Oia d’Utrech, il quale servì Carlo V in alcune fortificazioni e poi il re Filippo, Guglielmo d’Anversa, Guglielmo Cucur d’Olanda, buono architetto e scultore, Giovanni di Dale scultore, poeta et architetto, Iacobo Bruca scultore et architetto che fece molte opere alla Reina d’Ungheria reggente, et il quale fu maestro di Giovanni Bologna da Douai, nostro accademico, di cui poco appresso parleremo. È anco tenuto buono architetto Giovanni di Minescheren da Guanto, et eccellente scultore Matteo Manemacken d’Anversa, il quale sta col Re de’ Romani; e Cornelio Flores, fratello del sopra detto Francesco, è altresì scultore et architetto eccellente et è quelli che prima ha condotto in Fiandra il modo di fare le grottesche. Attendono anco alla scultura con loro molto onore Guglielmo Palidamo, fratello d’Enrico predetto, scultore studiosissimo e diligente, Giovanni di Sart di Himegha, Simone di Delft e Gios Iason d’Amsterdam. E Lamberto Suave da Liege è bonissimo architetto et intagliatore di stampe col bulino, in che l’ha seguitato Giorgio Robin d’Ipri, Divick Volcaerts e Filippo Galle, amendue d’Arlem, e Luca Leidem con molti altri, che tutti sono stati in Italia a imparare e disegnare le cose antiche per tornarsene, sì come hanno fatto la più parte, a casa eccellenti. Ma di tutti i sopra detti è stato maggiore Lamberto Lombardo da Liege, gran letterato, giudizioso pittore et architetto eccellentissimo, maestro di Francesco Floris e di Guglielmo Cai, delle virtù del quale Lamberto e d’altri mi ha dato molta notizia per sue lettere Messer Domenico Lampsonio da Legie, uomo di bellissime lettere e molto giudizio in tutte le cose, il quale fu famigliare del cardinale Polo d’Inghilterra, mentre visse, et ora è segretario di monsignor vescovo e prencipe di Lege; costui, dico, mi mandò già scritta latinamente la vita di detto Lamberto, e più volte mi ha salutato a nome di molti de’ nostri artefici di quella provincia. Et una lettera, che tengo di suo, data a dì trenta d’ottobre 1564, è di questo tenore:

Quattro anni sono ho avuto continuamente animo di ringraziare Vostra Signoria di due grandissimi benefizii, che ho ricevuto da lei (so che questo le parrà strano esordio d’uno che non l’abbia mai vista, né conosciuta; certo sarebbe strano se io non l’avessi conosciuta). Il che è stato in fin d’allora, che la mia buona ventura volse, anzi il Signor Dio, farmi grazia che mi venissero alle mani, non so in che modo, i vostri eccellentissimi scritti degl’architettori, pittori e scultori. Ma io allora non sapea pure una parola italiana, dove ora, con tutto che io non abbia mai veduto l’Italia, la Dio mercé, con leggere detti vostri scritti, n’ho imparato quel poco che mi ha fatto ardito a scrivervi questa. Et a questo desiderio