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in rame, Francesco Floris d’Anversa, discepolo del già detto Lamberto Lombardo. Costui dunque, il quale è tenuto eccellentissimo, ha operato di maniera in tutte le cose della sua professione, che niuno ha meglio (dicono essi) espressi gl’affetti dell’animo, il dolore, la letizia e l’altre passioni, con bellissime e bizzarre invenzioni di lui, intanto che lo chiamano, agguagliandolo all’Urbino, Raffaello fiammingo; vero è che ciò a noi non dimostrano interamente le carte stampate, perciò che chi intaglia, sia quanto vuole valent’uomo, non mai arriva a gran pezza all’opere et al disegno e maniera di chi ha disegnato. È stato condiscepolo di costui, e sotto la disciplina d’un medesimo maestro ha imparato, Guglielmo Cay di Breda pur d’Anversa, uomo moderato, grave, di giudizio, e molto imitatore del vivo e delle cose della natura, et oltre ciò assai accomodato inventore, e quegli che più d’ogni altro conduce le sue pitture sfumate e tutte piene di dolcezza e di grazia, e se bene non ha la fierezza e facilità e terribilità del suo condiscepolo Floro, ad ogni modo è tenuto eccellentissimo. Michel Cockisien, del quale ho favellato di sopra e detto che portò in Fiandra la maniera italiana, è molto fra gl’artefici fiaminghi celebrato, per essere tutto grave e fare le sue figure che hanno del virile e del severo. Onde Messer Domenico Lampsonio fiamingo, del quale si parlerà a suo luogo, ragionando dei due sopra detti e di costui, gl’agguaglia a una bella musica di tre, nella quale faccia ciascun la sua parte con eccellenza. Fra i medesimi è anco stimato assai Antonio Moro di Utrech in Olanda, pittore del Re catolico, i colori del quale nel ritrarre ciò che vuole di naturale, dicono contendere con la natura et ingannare gl’occhi benissimo. Scrivemi il detto Lampsonio, che il Moro, il quale è di gentilissimi costumi e molto amato, ha fatto una tavola bellisima d’un Cristo che risuscita con due Angeli e San Piero e San Paulo, che è cosa maravigliosa. Et anco è tenuto buono inventore e coloritore Martino di Vos, il quale ritrae ottimamente di naturale. Ma quanto al fare bellissimi paesi, non ha pari Iacopo Gimer, Hanz Bolz et altri tutti d’Anversa e valent’uomini, de’ quali non ho così potuto sapere ogni particolare. Pietro Arsen, detto Pietro Lungo, fece una tavola con le sue ale nella sua patria Asterdam, dentrovi la Nostra Donna et altri Santi, la quale tutta opera costò duemila scudi. Celebrano ancora per buon pittore Lamberto d’Asterdam, che abitò in Vinezia molti anni et aveva benissimo la maniera italiana (questo fu padre di Federigo, del quale per essere nostro accademico se ne farà memoria a suo luogo), e parimente Pietro Broghel d’Anversa, maestro eccellente, Lamberto Van Hort d’Amersfert d’Olanda; e per buono architetto Gilis Mostaret, fratello di Francesco su detto, e Pietro Pourbs giovinetto ha dato saggio di dover riuscire eccellente pittore. Ora, acciò sappiamo alcuna cosa de’ miniatori di que’ paesi, dicono che questi vi sono stati eccellenti: Marino di Sireffa, Luca Hurenbout di Guanto, Simone Benich da Bruggia e Gherardo. E parimente alcune donne: Susanna sorella del detto Luca, che fu chiamata perciò ai servigii d’Enrico Ottavo re d’Inghilterra e vi stette onoratamente tutto il tempo di sua vita; Clara Skeysers di Guanto, che d’ottanta anni morì, come dicono, vergine; Anna figliuola di maestro Segher medico; Levina figlia di maestro Simone da Bruggia su