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pittura, non le fortificazioni. Rispose Michelagnolo che di quelle ne sapeva poco, ma che del fortificare, col pensiero che lungo tempo ci aveva avuto sopra, con la sperienzia di quel che aveva fatto, gli pareva sapere più che non aveva saputo né egli né tutti que’ di casa sua, mostrandogli in presenzia di tutti che ci aveva fatto molti errori. E moltiplicando di qua e di là le parole, il Papa ebbe a por silenzio, e non andò molto che e’ portò disegnata tutta la fortificazione di Borgo, che aperse gli occhi a tutto quello che s’è ordinato e fatto poi; e fu cagione che il portone di Santo Spirito, che era vicino al fine ordinato dal San Gallo, rimase imperfetto. Non poteva lo spirito e la virtù di Michelagnolo restare senza far qualcosa, e poiché non poteva dipignere, si messe attorno a un pezzo di marmo per cavarvi drento quattro figure tonde maggiori che ’l vivo, facendo in quello Cristo morto per dilettazione e passar tempo, e come egli diceva, perché l’esercitarsi col mazzuolo lo teneva sano del corpo. Era questo Cristo come deposto di croce, sostenuto dalla Nostra Donna entrandoli sotto et aiutando con atto di forza Niccodemo fermato in piede e da una delle Marie che lo aiuta, vedendo mancato la forza nella madre, che vinta dal dolore non può reggere; né si può vedere corpo morto simile a quel di Cristo, che cascando con le membra abbandonate fa attiture tutte diferenti non solo degli altri suoi, ma di quanti se ne fecion mai: opera faticosa, rara in un sasso e veramente divina; e questa, come si dirà di sotto, restò imperfetta et ebbe molte disgrazie; ancora ch’egli avessi avuto animo che la dovessi servire per la sepoltura di lui a’ piè di quello altare dove e’ pensava di porla. Avvenne che l’anno 1546 morì Antonio da San Gallo, onde mancato chi guidassi la fabbrica di San Piero, furono varii pareri tra i deputati di quella col Papa a chi dovessino darla. Finalmente credo che Sua Santità spirato da Dio si risolvé di mandare per Michelagnolo; e ricercatolo di metterlo in luogo suo, lo ricusò dicendo, per fuggire questo peso, che l’architettura non era arte sua propria. Finalmente non giovando i preghi, il Papa gli comandò che l’accettassi; dove con sommo suo dispiacere e contra sua voglia bisognò che egli entrassi a quella impresa. Et un giorno fra gli altri andando egli in San Piero a vedere il modello di legname che aveva fatto il San Gallo e la fabbrica per esaminarla, vi trovò tutta la setta sangallesca, che fattosi innanzi, il meglio che seppono dissono a Michelagnolo che si rallegravano che il carico di quella fabbrica avessi a essere suo, e che quel modello era un prato che non vi mancherebbe mai da pascere. "Vuoi dite il vero", rispose loro Michelagnolo, volendo inferire, come e’ dichiarò così a un amico, per le pecore e buoi che non intendono l’arte; et usò dir poi publicamente che il San Gallo l’aveva condotta cieca di lumi, e che aveva di fuori troppi ordini di colonne l’un sopra l’altro, e che con tanti risalti, aguglie e tritumi di membri teneva molto più dell’opera todesca, che del buon modo antico o della vaga e bella maniera moderna; et oltre a questo, che e’ si poteva risparmiare cinquanta anni di tempo a finirla e più di trecento mila scudi di spesa, e condurla con più maestà e grandezza e facilità, e maggior disegno di ordine, bellezza e comodità. E lo mostrò poi in un