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morte; come nella femina similmente si conosce la vergogna, la viltà e la voglia del raccomandarsi, mediante il suo restrignersi nelle braccia, giuntar le mani a palme e mettersi il collo in seno; e nel torcer la testa verso l’Angelo, che ella ha più paura della iustizia che speranza nella misericordia divina. Né di minor bellezza è la storia del sacrificio di Caino et Abel, dove sono chi porta le legne e chi soffia chinato nel fuoco et altri che scannono la vittima; la quale certo non è fatta con meno considerazione et accuratezza che le altre. Usò l’arte medesima et il medesimo giudizio nella storia del Diluvio, dove appariscono diverse morti d’uomini, che spaventati dal terror di quei giorni, cercano il più che possono per diverse vie scampo alle lor vite. Perciò che nelle teste di quelle figure, si conosce la vita esser in preda della morte, non meno che la paura, il terrore et il disprezzo d’ogni cosa. Vedevisi la pietà di molti, aiutandosi l’un l’altro tirarsi al sommo d’un sasso cercando scampo. Tra’ quali vi è uno che abracciato un mezzo morto, cerca il più che può di camparlo, che la natura non lo mostra meglio. Non si può dir quanto sia bene espressa la storia di Noè, quando inebriato dal vino dorme scoperto et ha presenti un figliuolo che se ne ride e due che lo ricuoprono; storia e virtù d’artefice incomparabile e da non poter essere vinta se non da se medesimo. Conciò sia che come se ella per le cose fatte insino allora avessi preso animo, risorse e demostrossi molto maggiore nelle cinque Sibille e ne’ sette Profeti fatti qui di grandezza di cinque braccia l’uno e più; dove in tutti sono attitudini varie e bellezza di panni e varietà di vestiri, e tutto insomma con invenzione et iudizio miracoloso, onde a chi distingue gli affetti loro appariscono divini. Vedesi quel Ieremia con le gambe incrocicchiate, tenersi una mano alla barba posando il gomito sopra il ginocchio, l’altra posar nel grembo et aver la testa chinata d’una maniera che ben dimostra la malinconia, i pensieri, la cogitazione e l’amaritudine che egli ha del suo popolo; così medesimamente due putti, che gli sono dietro; e similmente è nella prima Sibilla di sotto a lui verso la porta, nella quale volendo esprimere la vecchiezza, oltra che egli aviluppandola di panni ha voluto mostrare che già i sangui sono agghiacciati dal tempo, et inoltre nel leggere, per avere la vista già logora, li fa accostare il libro alla vista acutissimamente. Sotto a questa figura è Ezechiel profeta vecchio, il quale ha una grazia e movenzia bellissima et è molto di panni abbigliato, che con una mano tiene un ruotolo di profezie, con l’altra sollevata, voltando la testa mostra voler parlar cose alte e grandi, e dietro ha due putti che gli tengono i libri. Seguita sotto questi una Sibilla, che fa il contrario di Eritrea sibilla che di sopra dicemo, perché tenendo il libro lontano cerca voltare una carta mentre ella con un ginocchio sopra l’altro si ferma in sé, pensando con gravità quel ch’ella de’ scrivere, fin che un putto che gli è dietro, soffiando in un stizzon di fuoco gli accende la lucerna. La qual figura è di bellezza straordinaria per l’aria del viso e per la acconciatura del capo e per lo abbigliamento de’ panni, oltra ch’ella ha le braccia nude, le quali son come l’altre parti. Fece sotto questa Sibilla Ioel profeta, il quale fermatosi sopra di sé ha preso una carta e quella