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ha pur fatto tal volta per disgrazia alcuna buon’opera e perché ha imitato sempre, come ha saputo il meglio, le maniere de’ buoni. Ma perché la maggior parte delle sue cose sono stati quadri, che sono per le case de’ gentiluomini, dirò solo d’alcune che sono publiche: nella chiesa di San Sebastiano in Vinezia, alla capella di quegli da Ca’ Pellegrini, ha fatto un San Iacopo con due pellegrini; nella chiesa del Carmine, nel cielo d’un coro ha fatto un’Assunta con molti Angeli e Santi, e nella medesima chiesa, alla capella della Presentazione, ha dipinto Cristo puttino, dalla Madre presentato al tempio, con molti ritratti di naturale; ma la migliore figura che vi sia è una donna che allatta un putto et ha addosso un panno giallo, la quale è fatta con una certa pratica che s’usa a Vinezia, di macchie o vero bozze, senza esser finita punto. A costui fece fare Giorgio Vasari l’anno millecinquecento e quaranta in una gran tela a olio, la battaglia che poco innanzi era stata fra Carlo Quinto e Barbarossa, la quale opera, che fu delle migliori che Andrea Schiavone facesse mai e veramente bellissima, è oggi in Fiorenza in casa gl’eredi del Magnifico Messer Ottaviano de’ Medici, al quale fu mandata a donare dal Vasari.

FINE DELLA VITA DI BATTISTA FRANCO, PITTORE VINIZIANO