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Bastiano e da uno di Tiziano, papa Clemente et il cardinale Ippolito, e da un del Puntormo il duca Alessandro. Et ancor che questo quadro non fusse di quella perfezione che si aspettava, avendo nella medesima guardaroba veduto il cartone di Michelagnolo del Noli me tangere che aveva già colorito il Puntormo, si mise a far un cartone simile, ma di figure maggiori, e ciò fatto ne dipinse un quadro nel quale si portò molto meglio quanto al colorito; et il cartone che ritrasse, come stava apunto quel del Buonarroto, fu bellissimo e fatto con molta pacienza. Essendo poi seguita la cosa di Monte Murlo, dove furono rotti e presi i fuorusciti e rebelli del Duca, con bella invenzione fece Battista una storia della battaglia seguita, mescolata di poesia a suo capriccio, che fu molto lodata, ancor che in essa si riconoscessino nel fatto d’arme e far de’ prigioni molte cose state tolte di peso dall’opere e disegni del Buonarroto; perciò che essendo nel lontano il fatto d’arme, nel dinanzi erano i cacciatori di Ganimede che stavano a mirar l’uccello di Giove che se ne portava il giovinetto in cielo; la quale parte tolse Battista dal disegno di Michelagnolo, per servirsene e mostrare che il Duca giovinetto, nel mezzo de’ suoi amici, era per virtù di Dio salito in cielo, o altra cosa somigliante. Questa storia dico, fu prima fatta da Battista in cartone e poi dipinta in un quadro con estrema diligenza, et oggi è con l’altre dette opere sue nelle sale di sopra del palazzo de’ Pitti, che ha fatto ora finire del tutto sua eccellenza illustrissima. Essendosi dunque Battista con queste et alcun’altre opere trattenuto al servizio del Duca, insino a che egli ebbe presa per donna la signora donna Leonora di Tolledo, fu poi nell’apparato di quelle nozze adoperato all’arco trionfale della porta al Prato, dove gli fece fare Ridolfo Ghirlandaio alcune storie de’ fatti del signor Giovanni padre del duca Cosimo. In una delle quali si vedeva quel signore passare i fiumi del Po e dell’Adda, presente il cardinale Giulio de’ Medici che fu papa Clemente Settimo, il signor Prospero Colonna et altri signori, e nell’altro la storia del riscatto di San Secondo. Dall’altra banda fece Battista in un’altra storia la città di Milano et intorno a quella il campo della lega, che partendosi vi lascia il detto signor Giovanni; nel destro fianco dell’arco fece in un’altra da un lato l’Occasione, che avendo i capegli sciolti, con una mano gli porge al signor Giovanni, e dall’altro Marte che similmente gli porgeva la spada. In un’altra storia sotto l’arco era di mano di Battista il signor Giovanni che combatteva fra il Tesino e Biegrassa, sopra ponte Rozzo, difendendolo, quasi un altro Orazio, con incredibile bravura. Dirimpetto a questa era la presa di Caravaggio et in mezzo alla battaglia il signor Giovanni che passava fra ferro e fuoco per mezzo l’esercito nimico senza timore; fra le colonne a man ritta era in un ovato Garlasso preso dal medesimo con una sola compagnia di soldati, et a man manca fra l’altre due colonne il bastione di Milano tolto a’ nemici. Nel frontone che rimaneva alle spalle di chi entrava era il detto signore Giovanni a cavallo sotto le mura di Milano, che giostrando a singolar battaglia con un cavaliere, lo passava da banda a banda con la lancia; sopra la cornice maggiore, che va a trovare il fine dell’altra cornice, dove posa il frontespizio, in un’altra storia grande fatta da Battista con molta diligenza, era nel mezzo Carlo Quinto imperadore,