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par di buoi vestiti d’erba, rappresentava l’età di Saturno e di Iano, chiamata dell’oro, et aveva in cima del carro Saturno con la falce et Iano con le due teste e con la chiave del tempio della pace in mano e sotto i piedi legato il Furore, con infinite cose attorno pertinenti a Saturno, fatte bellissime e di diversi colori dall’ingegno del Puntormo. Accompagnavano questo trionfo sei coppie di pastori ignudi, ricoperti in alcune parti con pelle di martore e zibellini, con stivaletti all’antica di varie sorte e con i loro zaini e ghirlande in capo di molte sorti frondi. I cavalli sopra i quali erano questi pastori erano senza selle, ma coperti di pelle di leoni, di tigri e di lupi cervieri; le zampe de’ quali, messe d’oro, pendevano dagli lati con bella grazia. Gl’ornamenti delle groppe e staffieri erano di corde d’oro; le staffe teste di montoni, di cane e d’altri simili animali, et i freni e redine fatti di diverse verzure e di corde d’argento. Aveva ciascun pastore quattro staffieri in abito di pastorelli, vestiti più semplicemente d’altre pelli e con torce fatte a guisa di bronconi secchi e di rami di pino che facevano bellissimo vedere. Sopra il secondo carro tirato da due paia di buoi vestiti di drappo ricchissimo, con ghirlande in capo e con paternostri grossi che loro pendevano dalle dorate corne, era Numa Pompilio secondo re de’ Romani con i libri della Religione e con tutti gl’ordini sacerdotali e cose appartenenti a’ sacrifici, perciò che egli fu, appresso i Romani, autore e primo ordinatore della Relligione e de’ sacrifizii. Era questo carro accompagnato da sei sacerdoti sopra bellissime mule, coperti il capo con manti di tela ricamati d’oro e d’argento a foglie d’ellera maestrevolmente lavorati; in dosso avevano vesti sacerdotali all’antica, con balzane e fregi d’oro attorno ricchissimi et in mano chi un turibolo e chi un vaso d’oro e chi altra cosa somigliante. Alle staffe avevano ministri a uso di leviti e le torce che questi avevano in mano erano a uso di candellieri antichi e fatti con bello artifizio. Il terzo carro rappresentava il consolato di Tito Manlio Torquato, il quale fu consolo dopo il fine della prima guerra cartaginese e governò di maniera che al tempo suo fiorirono in Roma tutte le virtù e prosperità. Il detto carro, sopra il quale era esso Tito con molti ornamenti fatti dal Puntormo, era tirato da otto bellissimi cavalli et innanzi gl’andavano sei coppie di senatori togati sopra cavalli coperti di teletta d’oro, accompagnati da gran numero di staffieri rappresentanti littori con fasci, securi et altre cose pertinenti al ministerio della iustizia. Il quarto carro tirato da quattro bufali, acconci a guisa d’elefanti, rappresentava Giulio Cesare trionfante per la vittoria avuta di Cleopatra, sopra il carro tutto dipinto dal Puntormo dei fatti di quello più famosi, il quale carro accompagnavano sei coppie d’uomini d’arme vestiti di lucentissime armi e ricche, tutte fregiate d’oro, con le lance in sulla coscia; e le torce, che portavano li staffieri mezzi armati, avevano forma di trofei in varii modi accomodati. Il quinto carro tirato da cavalli alati, che avevano forma di grifii, aveva sopra Cesare Augusto dominatore dell’universo, accompagnato da sei coppie di poeti a cavallo, tutti coronati, sì come anco Cesare, di lauro e vestiti in varii abiti, secondo le loro provincie; e questi, perciò che furono i poeti sempre molto favoriti da Cesare Augusto il quale essi posero con le loro opere in cielo. Et acciò fussero conosciuti, aveva ciascun